(ats) In futuro le emittenti radiofoniche o televisive private potrebbero vedersi ampliato il numero di concessioni, anziché ottenerne al massimo due come avviene attualmente. Il Consiglio Nazionale ha adottato oggi tacitamente tale richiesta contenuta in una mozione della sua Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni. La Camera del popolo si è per contro allineata a quella dei cantoni su un altro aspetto e non vuole più un'estensione delle zone di copertura.

Oggi l'art. 44 capoverso 3 della Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV) prevede la cosiddetta regola del "2+2", ovvero l'emittente o l'azienda cui questa appartiene può ricevere al massimo due concessioni radiofoniche e due concessioni televisive.

Il testo intende rafforzare sotto il profilo giuridico le offerte elettroniche del servizio pubblico al di fuori della SSR. Secondo la commissione, i mercati sono troppo spezzettati attualmente. La maggior parte delle reti perdono telespettatori nelle zone coperte dalla loro concessione e vedono così ridursi i loro introiti pubblicitari. La regola del "2+2" non ha più senso.

Anche il Consiglio federale è disposto a proporre l'abolizione di questa clausola nella nuova legge sui media elettronici.

No a estensione delle zone di copertura

La mozione conteneva anche un secondo aspetto, ovvero una modifica dell'art. 39 capoverso 2 per consentire un'estensione delle zone di copertura. Il Consiglio degli Stati, al pari del Governo, proponeva di togliere questo punto dal testo.

Tale modifica della LRTV avrebbe infatti potuto portare a una diminuzione del numero delle regioni, ciò che avrebbe posto problemi dal punto di vista del federalismo. Inoltre, avrebbe potuto provocare un aumento delle sovrapposizioni delle zone di copertura.

La mozione, nella sua versione modificata, è stata oggi accolta anche dal Nazionale.

Contenuti condivisi

La Camera del popolo ha pure adottato tacitamente un'altra mozione della sua Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni, con la quale si chiede di istituire un cosiddetto "modello di contenuti condivisi" che consenta ai media privati di utilizzare più facilmente i reportage della SSR.

Quest'ultima, per quanto possibile, potrebbe proporre diverse versioni abbreviate, nonché singole basi audio originali. Il testo precisa che "al fine di evitare abusi e di garantire l'osservanza degli obblighi legali nei confronti di terzi, la riutilizzazione di tali contenuti dev'essere disciplinata mediante una licenza di utilizzazione".

Dallo scorso autunno, la SSR offre già questo tipo di condivisione con i media privati. Si tratta in media di circa 80 trasferimenti alla settimana e l'interesse è palese.

Il Consiglio degli Stati aveva tuttavia deciso di togliere dalla mozione la precisazione concernente l'acquisizione dei diritti d'autore. Nel caso di produzioni proprie e di produzioni estere la SSR non deve quindi acquisire i diritti d'autore e i diritti d'uso necessari per renderle disponibili.

Secondo i "senatori", il diritto vigente deve continuare ad essere applicato ed è inutile renderlo più complesso. Il Consiglio federale si è detto favorevole alla mozione così modificata. Anche se la SSR ha già introdotto un modello di contenuti condivisi, il testo consente di ancorare tale principio nella legge.

Oggi, anche il Nazionale ha accolto la mozione nella sua versione ritoccata.