Per quanto riguarda l'export di materiale bellico, tutti e sette i gruppi parlamentari hanno depositato delle interpellanze urgenti. Pure previsto l'esame di una mozione del PBD che chiede di trasferire nella legge le disposizioni in materia attualmente sancite a livello d'ordinanza.
Le discussioni si annunciano accese, soprattutto dopo che in giugno il Consiglio federale aveva annunciato la volontà di autorizzare, a determinate condizioni, le esportazioni di materiale bellico anche verso Stati implicati in un conflitto armato interno. La deroga non verrebbe applicata ai Paesi dove sono in corso guerre civili conclamate.
In agosto, la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) aveva dato il suo benestare all'allentamento dei criteri per la vendita di armi all'estero. La CPS-N aveva sottolineato che l'autorizzazione all'esportazione verrebbe concesso solo se non vi è motivo di supporre che il materiale bellico sarà impiegato nel conflitto.
La decisione del governo aveva sollevato un polverone e le critiche non erano giunte solo dallo schieramento rosso-verde. Un'alleanza - formata da esponenti di PS, Verdi, Verdi liberali, borghesi democratici, evangelici, ambienti ecclesiastici e organizzazioni umanitarie - ha del resto già annunciato l'intenzione di lanciare un'iniziativa popolare.
Vivaci discussioni sono attese anche per il giorno seguente, quando la Camera del popolo affronterà cinque interpellanze urgenti sulle relazioni tra la Confederazione e l'Unione europea. I dibattiti saranno incentrati sui negoziati in corso in vista di un accordo istituzionale con Bruxelles.