(ats) Le assicurazioni sociali dovrebbero meglio farsi carico dei costi delle protesi destinate alle persone disabili. Il Consiglio nazionale ha adottato oggi - con 119 voti contro 57 - due mozioni di Balthasar Glättli (Verdi/ZH) e Roger Golay (MCG/GE). Il Consiglio degli Stati deve ancora pronunciarsi.

Non si può parlare di lusso quando si evocano le protesi, ha sottolineato in aula Glättli. Questi mezzi ausiliari non possono mai sostituire un arto perduto. Occorre migliorare le condizioni di vita delle persone interessate, gli ha fatto eco Golay.

La Svizzera non ha un modello: le assicurazioni si prendono a carico le protesi che soddisfano i criteri di semplicità, adeguazione ed economia. Le evoluzioni tecniche ed estetiche non sono prese in considerazione. Non dovrebbero esserci ineguaglianze di trattamento tra le persone interessate, ha aggiunto il ginevrino.

Glättli ha citato il caso di una coppia in cui l'uomo ha avuto il diritto, grazie alla sua attività professionale, a una migliore protesi della moglie. Entrambi gli autori delle mozioni hanno rilevato che la fattura non sarebbe esorbitante. Le protesi rappresentano attualmente, con 9,2 milioni di franchi all'anno, l'1 per mille dei costi dell'assicurazione invalidità (AI).

Dubbi

Il Consiglio federale, per bocca di Alain Berset, ha emesso dubbi sul modo di applicare la mozione. Occorre puntare meglio ai bisogni degli assicurati, garantendo loro un prezzo equo. Ciò che è ideale per una persona non lo è per un'altra.

La presa in considerazione di criteri soggettivi non permetterebbe che si assicuri un'equità di trattamento senza abusare della solidarietà. Negli ultimi anni si è tenuto conto dei progressi tecnici, ha sottolineato il ministro della sanità, il quale ha invitato i parlamentari ad approfittare della revisione della legge sull'AI per risolvere problemi concreti.