Sotto la cupola federale dal 1999, dove sedeva al Nazionale, Schneider-Ammann è stato eletto in governo nel 2010. È entrato come successore del collega di partito Hans-Rudolf Merz, avendo la meglio su Jean-François Rime e Karin Keller-Sutter. Uomo dell'industria più che politico - è stato tra l'altro presidente di Swissmem, l'associazione dell'industria metalmeccanica, e vicepresidente di economiesuisse - ha assunto la responsabilità del Dipartimento dell'economia.
Figlio di un veterinario, Johann Schneider è entrato a far parte del gruppo industriale del suocero, Ulrich Ammann, all'inizio degli anni '80. Ingegnere di formazione, diplomato all'Insead - l'istituto europeo d'amministrazione di Fontainebleau (F) - ha esteso e reso internazionali le attività del gruppo riuscendo a quadruplicare il fatturato. Secondo una stima della rivista "Bilanz" pubblicata nel 2016, il patrimonio della sua famiglia ammonta a 475 milioni di franchi.
Ardente difensore del liberismo economico, ha sempre sostenuto la concorrenza fiscale, la liberalizzazione delle ore di apertura dei negozi e si è opposto all'introduzione di un salario minimo. Johann Schneider-Ammann si è sempre detto contrario all'estensione delle assicurazioni sociali e si è battuto contro l'assicurazione maternità.
L'industriale bernese ha sempre goduto di un'immagine di uomo integro e con i piedi per terra. Ha criticato i salari abusivi di certi manager e l'atteggiamento della banche durante la crisi. Le sue qualità di rappresentante dell'economia reale, messe in luce dai sostenitori borghesi, sono rispettate anche dai sindacati.
Pur essendo un uomo di caratura verso la fine del suo mandato ci si chiede se fosse il profilo giusto per far parte del Consiglio federale. Le premesse erano ottime, ma non sempre Schneider-Ammann è riuscito a soddisfare le attese. Il bernese si è contraddistinto per goffe dichiarazioni e apparizioni pubbliche che non hanno mancato di innervosire lavoratori e accademici. Persino dai ranghi della destra economica sono giunte critiche per la mancanza di decisioni chiave e per essersi fatto cogliere di sorpresa dalla crisi del franco forte.
È stato presidente della Confederazione nel 2016 e il mandato è stato contraddistinto dalle risate suscitate suo malgrado, in parte anche per colpa di un responsabile della comunicazione maldestro. In ricordo del suo disagio nei confronti dei media e delle sue difficoltà nel parlare in pubblico, resterà il famoso discorso in occasione della giornata di malattia, dove il presidente della Confederazione, con tono lugubre e meccanico, disse: "La risata fa bene alla salute!"
In Parlamento il suo mandato è stato contraddistinto da alcuni rovesci, in particolare quello toccato alla revisione della legge sui cartelli, la battuta d'arresto nella sua strategia nei confronti dell'Unione europea per salvare la ricerca e le difficoltà incontrate dal dossier della politica agricola. Tra i successi di Schneider-Ammann vale la pena di ricordare la conclusione dell'accordo di libero scambio con la Cina.
Schneider-Ammann è il secondo consigliere federale che ha annunciato che lascerà il governo entro la fine della legislatura. Lo stesso aveva fatto già a metà 2017 Doris Leuthard, senza indicare termini precisi. Da parte sua Ueli Maurer - ministro in carica da più anni, dopo Leuthard - ha già fatto sapere che chiederà all'Assemblea federale un rinnovo del mandato nel 2019.