(ats) L'olio di palma non va escluso di principio dai negoziati per l'accordo di libero scambio con la Malaysia. È l'opinione del Consiglio degli Stati che oggi - seppur di misura, per 21 a 20 e 3 astenuti, con il voto decisivo della sua presidente Karin Keller-Sutter (PLR/SG) - ha respinto una mozione del consigliere nazionale Jean-Pierre Grin (UDC/VD).

In seguito la Camera dei cantoni ha bocciato anche due iniziative cantonali sul tema di Ginevra e Turgovia. Su questi ultimi due testi il Nazionale deve ancora pronunciarsi.

Siamo consapevoli dei problemi ambientali e sociali generati dalla produzione di olio di palma, ha spiegato Filippo Lombardi (PPD/TI) a nome della Commissione della politica estera degli Stati (CPE-S). A suo avviso, tuttavia, non è opportuno escludere a priori l'olio di palma dai negoziati.

Per non mettere in pericolo la produzione indigena di oli, in particolare di colza, i "senatori" hanno preferito adottare tacitamente una mozione della loro commissione preparatoria che chiede al Consiglio federale di "non fare concessioni sull'olio di palma" nei negoziati di libero scambio condotti con la Malaysia e l'Indonesia. Il governo è inoltre invitato a partecipare allo sviluppo di standard internazionali in materia di commercio sostenibile di questo prodotto.

In febbraio l'atto parlamentare di Grin era invece stato approvato a larga maggioranza dal Nazionale, con 140 voti contro 35 e 10 astenuti. Per la Camera del popolo, la soppressione dei diritti doganali prevista nel quadro dell'accordo di libero scambio sarebbe disastrosa per la produzione di oleaginose in Svizzera, in particolare per la colza. A ciò si aggiungono i problemi di salute pubblica che l'utilizzo di questo prodotto genera.

Allora a nulla erano valse le obiezioni del consigliere federale Johann Schneider-Ammann secondo cui la Svizzera sta conducendo una politica economica sostenibile. Escludere l'olio di palma dai negoziati, aveva puntualizzato invano il ministero dell'economia, significa affossare l'accordo di libero scambio con la Malaysia: una intesa può infatti essere stipulata solo se copre i principali prodotti d'esportazione che interessano entrambe le Parti.

Oggi, invece, poco prima di presentarsi davanti ai media per annunciare le sue dimissioni, il ministro dell'economia ha ottenuto il consenso della maggioranza dei "senatori". Il consigliere federale si è pure detto d'accordo con la mozione presentata dalla CPE-S.