(ats) Lascio il mio mandato con un Paese che tutti ci invidiano, economicamente forte, con un basso tasso di disoccupazione, specie tra i giovani, e alla punta dell'innovazione. Così si è espresso oggi davanti ai media il consigliere federale Johann Schneider-Ammann, poco dopo l'annuncio delle sue dimissioni per fine anno, aggiungendo scherzosamente in risposta alle illazioni sul suo stato di salute di "stare bene e di essere sveglio".

Otto anni bastano

Il ministro dell'economia bernese, esponente del PLR in Consiglio federale, ha ricordato la difficile decisione presa 8 anni fa, quando gli venne chiesto di candidarsi per il Consiglio federale, dovendo lasciare l'azienda di famiglia. Un passo reso più facile però dalla decisione dei figli di investirsi nella società, ha spiegato.

In origine, Johann Schneider-Ammann avrebbe voluto comunicare la sua partenza venerdì, ultimo giorno di sessione, ma le voci che circolavano con insistenza lo hanno spinto ad anticipare i tempi, anche per non essere obbligato, né lui né i suoi famigliari, a dire "bugie".

Quanto al fatto di avere deciso di andarsene ora, Schneider-Ammann ha ricordato che aveva promesso ai famigliari che non sarebbe rimasto troppo a lungo in governo e che due legislature bastano. Di certo tuttavia, tenuto conto "dei miei 67 anni, non si diventa giovani", ha aggiunto, esprimendo il desiderio di trascorrere più tempo con sua moglie, cui è legato da cinquant'anni, e con i nipoti. "Intendo essere un nonno attivo", ha spiegato.

Una donna farebbe bene al partito

In merito alla sua successione, Schneider-Ammann ha sottolineato di non voler mettere il naso in un tema di competenza del partito. Di certo, l'elezione di una donna farebbe bene al PLR, ha affermato alla domanda se la sua partenza non spiani la strada alla "senatrice" Karin Keller-Sutter di San Gallo, ritenuta da molti in prima fila per occupare il suo posto. Di sicuro, ha sottolineato, il futuro "ministro" PLR dovrà avere uno spirito liberale, imprenditoriale, coraggioso, e rappresentare i nostri valori.

Schneider-Ammann ha spezzato una lancia in favore di più donne ai piani alti della politica e dell'economia portando ad esempio la sua soddisfazione per la recente nomina della nuova Segretaria di Stato all'economia, Martina Hirayama, una personalità che egli spera riuscirà a spingere sempre più ragazze ad interessarsi alle materia scientifiche. Ciò è essenziale perché in futuro "visto il trend demografico avremo dei problemi a reclutare forza lavoro qualificata".

Un Paese migliore

Ripercorrendo gli otto anni trascorsi in governo, Schneider-Ammann ha ricordato le difficoltà in cui si dibatteva la Svizzera al momento della sua elezione, Paese alle prese col rafforzamento del franco dovuta alla crisi finanziaria.

Per fortuna quei momenti sono alle nostre spalle, ha dichiarato. Ora l'economia cresce e con essa l'occupazione, specie tra i giovani, grazie anche al nostro sistema duale, ossia l'apprendistato, che permette ai giovani di formarsi a contatto diretto con le aziende, quindi col mercato.

Attenti a sfide future

In futuro non mancano però le sfide, ha messo in guardia il magistrato bernese, specie per quanto riguarda la digitalizzazione, un problema a suo dire tutt'ora sottostimato.

Schneider-Ammann ha sottolineato anche l'importanza non solo della formazione e della ricerca per l'economia del Paese, ma anche dei pericoli legati al protezionismo.

No a protezionismo

La Svizzera deve estendere la propria rete di accordi di libero scambio. Il consigliere federale ha rammentato a tale riguardo i contatti in corso con gli Stati Uniti, che potrebbero sfociare nell'apertura di vere e proprie trattative, e col Mercosur, per non parlare delle discussioni avanzate con l'Indonesia.

Secondo Schneider-Ammann, tali intese sono importanti perché consentono alla nostra economia di concorrere ad armi pari con altri Paesi. Il consigliere federale non ha nascosto tuttavia le difficoltà con l'Europa e l'importanza di preservare il partenariato sociale affinché si possa giungere ad una soluzione il più possibile condivisa, in vista di un accordo istituzionale.

Un piccolo paradiso

Il partenariato sociale, l'apertura ai mercati, l'investimento nella formazione e nell'innovazione, l'assenza di corruzione, sono tutti elementi che hanno fatto della Svizzera "un piccolo paradiso", ha concluso Schneider-Ammann, dettosi onorato per aver potuto servire il proprio paese e grato a tutti coloro che lo hanno accompagnato in questi otto anni, dal Consiglio federale al Parlamento, dai funzionari ai giornalisti.