Tale rapporto dovrà studiare in concertazione con il settore agricolo le possibilità e i rischi di un abbandono del glifosato. Le alternative all'uso di questo erbicida saranno in particolare esposte dal punto di vista del loro potenziale e del loro impatto tecnico, ecologico ed economico.
Il Consiglio federale è disposto a studiare le opportunità e le modalità di un eventuale divieto progressivo del glifosato, ha indicato il ministro dell'agricoltura Johann Schneider-Ammann. L'Unione svizzera dei contadini e l'istituto di ricerca Agroscope lavorano già a un piano di abbandono del glifosato da parte della Confederazione, ha confermato il consigliere federale. Ma al momento attuale, il ministro non vede il motivo per giustificare un divieto di questa sostanza.
Stando a Schneider-Ammann, un'interdizione dell'uso del glifosato in Svizzera avrebbe soltanto un effetto marginale sul livello dei residui nelle derrate alimentari disponibili sul mercato elvetico.
Una minoranza considerevole di destra non voleva un rapporto sul tema. Se non si potesse più usare il glifosato, allora bisognerebbe togliere le erbacce con il trattore, ciò che genererebbe un aumento enorme delle emissioni di CO2, ha rilevato invano Marcel Dettling (UDC/SZ). Occorrerebbe anche prevedere un calo del 40% della produttività dei terreni.
Prodotto contestato
Il glifosato è un prodotto molto contestato. È stato classificato come "cancerogeno probabile" dal Centro internazionale di ricerca sul cancro, un organo dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Secondo gli agricoltori, dovrebbe prevalere il principio di precauzione, dato che gli erbicidi rappresentano un mercato di circa un miliardo di euro e tali sostanze sono molto apprezzate per la loro efficacia e i loro modici prezzi. Nel dicembre scorso la Commissione europea ha rinnovato la licenza per il glifosato, dopo oltre due anni di battaglia attorno ai suoi possibili effetti nocivi per la salute umana.