L'importo del credito è identico a quello del periodo 2015-2018 e leggermente inferiore al credito dei quattro anni precedenti (pari a 148,93 milioni).
Nel corso del breve dibattito, seppur non mettendo in dubbio la bontà dello sforzo elvetico per proteggere l'ambiente, Werner Hösli (UDC/GL) ha criticato il fatto che il nostro Paese faccia fin troppo, soprattutto a livello finanziario, mentre il contributo di altri Stati come la Cina non è proporzionato alla loro importanza. Hösli se l'è pure presa con l'abitudine di molti funzionari delle Nazioni Unite che si occupano di ambiente di viaggiare in lungo e in largo con l'aereo, con fatture finali di decine di milioni.
La ministra dell'ambiente, Doris Leuthard, ha ammesso che "non tutto funziona bene a questo mondo". Anche la Svizzera si è lamentata per certe spese eccessive; nel frattempo certi personaggi sono già stati allontanati dal loro posto. In merito al contributo elvetico, secondo la Consigliera federale anche la Confederazione vorrebbe una chiave di ripartizione più equa. Tuttavia, non è un opzione fare come alcuni Stati, semplicemente tagliando i contributi. Il fondo Onu per l'ambiente ha ottenuto successi tangibili da quando è entrato in funzione, ha rammentato la ministra dimissionaria che lascerà il suo posto a fine anno.
Il denaro è destinato a quattro fondi. La maggior parte, pari a circa 118,34 milioni, sarà destinata al Fondo globale per l'ambiente. A quello multilaterale per l'ozono (destinato alla lotta contro le sostanze che riducono lo strato di questo gas nell'atmosfera) dovrebbero andare 13,54 milioni e a due fondi climatici altri complessivi 13,15 milioni.
Nel suo decreto l'esecutivo prevede anche 2,8 milioni per permettere all'amministrazione federale di monitorare tutti questi finanziamenti.