Attualmente l'articolo 53 del Codice penale prevede che l'autore di un reato possa evitare un procedimento penale o una punizione se risarcisce il danno. La pena detentiva massima non può eccedere i due anni con la condizionale e l'attuazione del procedimento penale dev'essere di scarsa importanza. La riparazione può avvenire sotto forma di un pagamento in denaro o con un'altra prestazione personale, ad esempio di lavoro.
Questo articolo di legge, adottato nel 2007 in concomitanza con la revisione totale della parte obbligatoria del Codice penale, ha dato adito in passato a parecchie critiche. L'impressione, ha dichiarato a nome della commissione Claude Janiak (PS/BL), è che potessero usufruire di questa possibilità solo persone in grado di pagare un risarcimento, ossia solvibili.
Da qui la proposta di inasprire le condizioni per poterne beneficiare sotto forma di un'iniziativa parlamentare inoltrata già nel 2010 dall'ex consigliere nazionale, ora deceduto, Daniel Vischer.
La maggioranza degli Stati, seguendo le proposte della sua commissione, ha quindi voluto rendere più restrittive le condizioni fissando la pena massima a un anno con la condizionale, o se la persone in questione rischia una pena pecuniaria con la condizionale o una multa. Altra novità: la riparazione sarà possibile solo se l'autore riconosce di aver commesso il reato, ammettendo i fatti.