Finora il plenum ha seguito in buona parte le proposte della propria commissione, evitando di tagliare ulteriormente nel personale della Confederazione, e decidendo di concedere più mezzi al Dipartimento federale delle finanze per rimpolpare i ranghi delle Guardie di confine.
Temi delicati di politica estera attendono invece il Consiglio degli Stati (dalle 08.15-13.00). Con la motivazione che bisogna ristabilire la fiducia tra le parti, la Commissione preparatoria raccomanda al plenum, grazie al voto decisivo del suo presidente Filippo Lombardi (PPD/TI), di approvare il credito di 1,3 miliardi quale contributo di coesione elvetico all'Ue.
Una minoranza tenterà di introdurre nel decreto governativo un nuovo articolo secondo cui il Consiglio federale può attuare i decreti soltanto se si costatano segni chiari di miglioramento delle relazioni bilaterali con l'UE e se quest'ultima non adotta alcuna misura discriminatoria nei confronti del nostro Paese.
In agenda anche una discussione, che si annuncia animata come la precedente, circa il Patto delle Nazioni Unite per la migrazione. Anche se con uno scarto risicato, la Commissione preparatoria ha seguito alle due commissioni delle istituzioni politiche delle Camere federali e chiederà che l'intesa venga approvata dal Parlamento.
Alcuni membri della commissione temono che la firma del patto - che il Consiglio federale avoca a sé - possa costituire un precedente, poiché il testo conterrebbe rivendicazioni incompatibili col diritto svizzero. La minoranza ritiene invece che la competenza spetti al Governo e che il patto costituisca una prima tappa non vincolante.
L'agenda degli Stati prevede anche una discussione sulla ratifica del trattato volto a vietare le armi nucleari. Di fronte a chi al Nazionale spinge per una ratifica, la commissione preparatoria degli Stati ha elaborato una mozione che obbligherebbe il governo a chiarire varie questioni tecniche, giuridiche e politiche entro la fine del 2020 prima di decidere.