(ats) Nel terzo giorno di dibattiti in Parlamento sul preventivo 2019 della Confederazione il Consiglio Nazionale ha deciso di sostenere maggiormente la formazione e la ricerca, a cui verranno attribuiti 115 milioni supplementari rispetto al progetto governativo. Gli Stati si pronunceranno lunedì.

La sinistra, i Verdi liberali, il PPD e parte del PLR hanno chiesto un gesto nei confronti di questo settore e la maggioranza del plenum li ha seguiti, anche se a volte di stretta misura.

Promessa da mantenere

"Si tratta di mantenere la promessa fatta dal Parlamento quando ha votato i crediti quadriennali per la formazione e la ricerca. Non vi è motivo di fare delle economie quando la Confederazione presenta un'eccedenza budgetaria", ha fatto valere Ursula Schneider-Schüttel.

"Ne va della pianificazione degli istituti interessati. La formazione è la principale risorsa della Svizzera", ha aggiunto la socialista friburghese. "Il numero di studenti aumenta ogni anno. Grandi sfide attendono il Paese, in particolare in materia di digitalizzazione. Non si spende nella formazione e la ricerca, ma si si investe nel futuro", le ha fatto eco Isabelle Chevalley (Verdi liberali/VD).

Rigore budgetario

Sul fronte opposto UDC e PLR hanno difeso invano il rigore budgetario. "Non si può risparmiare in un ambito e non farlo in altri", ha sottolineato Albert Vitali (PLR/LU). Il ministro delle finanze Ueli Maurer ha dal canto suo avvertito che "accettando degli aumenti per il preventivo 2019, si corre il rischio di dover ritornare su questa decisione a partire dal 2020, qualora mancheranno i mezzi necessari".

Il Nazionale sarà verosimilmente chiamato a pronunciarsi una seconda volta su questi crediti dopo che anche la Camera dei cantoni avrà ultimato la prima lettura del preventivo della Confederazione. La commissione preparatoria della Camera dei cantoni propone una serie di aumenti per un totale complessivo di 98,2 milioni di franchi.

Museo alpino

Oggi l'UDC non è riuscita nemmeno a far approvare tagli dell'ordine di 148 milioni di franchi nelle spese della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione e di 76,3 milioni nei crediti per le istituzioni incaricate di incoraggiare la ricerca. I democentristi non sono riusciti a fare breccia neppure con la loro proposta di tagliare 11,7 milioni nell'Ufficio federale della cultura.

Lo stesso scenario si è ripetuto per le sovvenzioni al Museo alpino di Berna: con 122 voti contro 68 e 2 astenuti, il plenum ha deciso di aumentare di 503'000 franchi il sostegno all'istituzione museale. Questa spesa supplementare dovrebbe essere sostenuta anche dai "senatori".

I dibattiti alla Camera del popolo intanto proseguono.