Finché il governo italiano non ratificherà il documento negoziato con la Svizzera, che prevede un nuovo sistema di imposizione dei frontalieri, rimarrà in vigore l'accordo di doppia imposizione risalente al 1974.
Nell'attesa che l'esecutivo Conte affronti questo dossier, la Confederazione continua ad approfondire con l'Italia la possibilità che le banche elvetiche possano offrire i rispettivi servizi finanziari nella Penisola, si legge nella riposta scritta odierna del Consiglio federale.
Il 24 maggio scorso, il presidente del Consiglio regionale della Lombardia aveva lanciato un appello ai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, affinché l'accordo tra la Svizzera e l'Italia sui frontalieri non venisse ratificato.
Nel frattempo, associazioni di frontalieri e sindacati italiani chiedono perlomeno al governo di Roma di rinegoziare l'accordo. Di recente, due deputati italiani del Movimento 5 stelle hanno presentato una mozione sul tema al Parlamento di Roma in cui sostengono che l'accordo, così come è stato negoziato, sia penalizzante per i frontalieri.