(ats) I Cantoni a forte potenziale di risorse dovrebbero in futuro versare meno soldi per sostenere quelli meno ricchi. È quanto prevede la riforma della perequazione finanziaria approvata oggi dal Consiglio degli Stati con 37 voti contro 3 e 4 astenuti.

La modifica si basa su un compromesso - definito "storico" dal presidente dalla Commissione delle finanze Hannes Germann (UDC/SH) - elaborato dalla Conferenza dei direttori dei governi cantonali. In consultazione si sono espressi in modo contrario al progetto erano il Giura e il Vallese, mentre Berna e Friburgo si erano astenuti.

Oggi in aula la votazione ha rispecchiato questo risultato: il rifiuto è venuto dai "senatori" giurassiani Claude Hêche (PS) e Anne Seydoux-Christe (PPD), nonché dal vallesano Beat Rieder (PPD) (l'altro vallesano, il presidente della Camera Jean-René Fournier, come consuetudine non ha preso parte al voto) e l'astensione da parte dei consiglieri agli Stati bernesi e friburghesi.

Con questo progetto si rafforzano le disuguaglianze regionali, ha sostenuto Hêche. Si tolgono risorse ai Cantoni più poveri per darle a quelli più ricchi, ha aggiunto Rieder.

Ricordando che la stragrande maggioranza dei Cantoni ha accolto favorevolmente il progetto, Germann ha ammesso che quando si effettua un cambiamento di sistema non tutti ne escono vincitori. Se si fallisce, tuttavia, saranno tutti perdenti, ha precisato.

Punto centrale della riforma è l'aumento all'86,5% della dotazione minima di risorse garantita ai Cantoni. Tale cifra è superiore all'obiettivo attuale dell'85%, ma minore del livello reale raggiunto.

L'obiettivo della dotazione minima di risorse pro capite è infatti stato nettamente superato da tutti i Cantoni: il Giura, Cantone finanziariamente più debole, ha raggiunto nel 2018 un indice dell'88,3%.

L'aumento dell'obiettivo minimo avrà però come conseguenza una riduzione di circa 220 milioni dei versamenti destinati ai "Cantoni poveri". Quelli con maggiori risorse dovrebbero invece risparmiare mezzo miliardo di franchi.

La riforma adottata prevede anche di portare il contributo federale alla perequazione delle risorse dal 147% al 150% del totale versato dai Cantoni. Ciò corrisponde al massimo previsto dalla Costituzione. La spesa per la Confederazione aumenterà di 20 milioni di franchi.

Altro cambiamento: gli importi versati dalla Confederazione e dai Cantoni "ricchi" a quelli "poveri" dovrebbero essere calcolati annualmente, e non più ogni quattro anni. Così l'importo compensativo seguirà l'evoluzione effettiva delle disparità tra i Cantoni.

Da notare che la riforma permetterà alla Confederazione di risparmiare 280 milioni di franchi all'anno dal 2022. Questa somma verrà riversata ai Cantoni: una metà (640 milioni per il periodo 2021-2025) sarà impiegata per aumentare la dotazione destinata alla perequazione dell'aggravio socio demografico. L'altra metà servirà per finanziare una misura temporanea - fino al 2025 - volta ad attenuare le ripercussioni dell'adeguamento del sistema sui Cantoni finanziariamente deboli.

Da segnalare infine che nel 2019 la Confederazione e i Cantoni finanziariamente forti dovrebbero mettere a disposizione dei Cantoni più deboli 4,22 miliardi, il 3,5% in più rispetto a quest'anno. Il Ticino riceverà 42,98 milioni, circa 1,65 milioni in più, mentre l'importo versato ai Grigioni sarà di 270,09 milioni, circa 1,9 milioni in più.