(ats) Chi deve decidere se occorra o meno firmare il Patto globale delle Nazioni Unite sulla migrazione? Il Parlamento o il Consiglio federale? Il Nazionale era chiamato oggi a rispondere a questa domanda. Dopo una lunga discussione, per mancanza di tempo, la Camera non ha tuttavia potuto procedere a una votazione. I dibattiti continueranno martedì prossimo.

Questo patto non vincolante di 34 pagine è il primo strumento a livello internazionale volto a far sì che gli Stati cooperino al ritorno dei propri cittadini. Nelle scorse settimane è stato criticato da più fronti tanto che il governo ha rinunciato a partecipare alla conferenza internazionale che si terrà a Marrakech lunedì e martedì prossimo e durante la quale il patto dovrà essere formalmente approvato.

Non è del tutto vero: l'accordo contiene delle disposizioni che potrebbero avere importanti implicazioni per il nostro Paese, ha spiegato in aula Jean-Luc Addor (UDC/VS) a nome della commissione. Se la Svizzera firmerà il Patto, infatti, lo rispetterà in tutti i suoi punti, come sempre fa quando prende degli impegni. Questo punto è certo una qualità, ma giustifica il fatto che il Consiglio federale non firmi il trattato senza l'avallo del Parlamento, e del popolo in caso di referendum.

Le discussioni che ne sono seguite non sono però state incentrate solo su chi deve avere la competenza di firmare il Patto. Diversi oratori sono infatti de facto già entrati nel merito sostenendo l'opportunità per la Svizzera di firmare il patto o sulla necessità di non farlo. Thomas Aeschi (UDC/ZG) aveva infatti depositato una mozione che chiedeva al governo di non firmare l'accordo (anche su questo atto parlamentare il Nazionale non ha ancora votato).

Il Patto non considera la popolazione che è costretta a subire la migrazione non desiderata. Non per niente la lista dei Paesi che rinunciano a firmarlo continua ad allungarsi, ha sostenuto Michaël Buffat (UDC/VD) che ha parlato di "flop annunciato". "Non è accettabile che i nostri diplomatici negozino accordi in contrasto con la nostra Costituzione", ha aggiunto Gregor Rutz (UDC/ZH).

Il trattato non parla delle cause, come la corruzione, all'origine della migrazione, ha sostenuto Hans-Peter Portmann (PLR/ZH). È formulato in modo eccessivamente vago e contiene disposizioni contrarie alla politica migratoria svizzera, ha aggiunto Matthias Jauslin (PLR/AG). "Non capiamo perché, viste le sue implicazioni, il Consiglio federale abbia voluto approvare il Patto senza consultare il Parlamento", ha aggiunto.

"Io ho letto le 36 pagine che comporta il Patto, e non ho trovato niente che giustifica i timori di chi si oppone", ha affermato Martin Landolt (PBD/GL). Il messaggio che il governo dovrà preparare permetterà di dissipare tutti i dubbi, ha aggiunto.

Ricordando che le migrazioni esistono da quando esiste l'umanità, ha Molina (PS/ZH) ha sostenuto che sia illusorio credere che la Svizzera possa trovare da sola una soluzione al problema. Quanto al Patto, esso vuole combattere la migrazione irregolare e meglio gestire quella regolare.

Tutti gli obblighi presenti nel Patto corrispondono infatti a accordi internazionali, come quello che vieta la tortura, che la Svizzera ha già ratificato, ha puntualizzato Denis de la Reussille (PdL/NE). Il trattato corrisponde insomma alla prassi elvetica in materia di immigrazione. Una bocciatura del trattato implicherebbe invece un danno d'immagine per la Svizzera, ha affermato il neocastellano.

Non sarà forse vincolante giuridicamente, ma genera un impegno politico, ha affermato da parte sua Marco Romano (PPD/TI). Per questo motivo è opportuno che il Consiglio federale informi il Parlamento sulle implicazioni nella politica estera che un'adozione del Patto avrebbe. Bocciando la mozione Aeschi, il ticinese ha ricordato che "la nostra democrazia prevede che prima si dibatta, poi si decida sul contenuto".

Come detto, i dibattiti continueranno la settimana prossima (il consigliere federale Ignazio Cassis non ha ancora potuto esprimersi), Viste le forze in campo, è tuttavia verosimile che il Nazionale adotti la mozione che chiede di conferire al Parlamento la competenza di approvare il Patto, così come del resto avevano già fatto la settimana scorsa Stati. La mozione Aeschi dovrebbe invece essere bocciata.