(ats) Pomeriggio intenso oggi alle Camere federali: dopo aver affrontato la tradizionale "Ora delle domande" e trattato tre oggetti di competenza del Dipartimento federale di giustizia e polizia, il Consiglio nazionale (14.30 - 19.30) riprenderà l'esame della revisione totale della legge sul CO2 cominciata la settimana scorsa.

Tale riforma è volta a trasporre nella legislazione nazionale gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul clima. Entro il 2030, la Svizzera dovrebbe ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 50% rispetto al 1990, così come richiesto dall'accordo. Su questo aspetto il plenum si è detto d'accordo.

Martedì scorso il Consiglio nazionale ha preferito la prudenza, edulcorando - grazie alla maggioranza PLR-UDC e qualche esponente del PPD - il progetto governativo e respingendo quasi tutti i tentativi del campo rosso-verde di inasprire la normativa. Unica concessione fatta alla sinistra: con la revisione della Legge sul CO2, la Svizzera intende contribuire affinché l'aumento della temperatura mondiale sia sensibilmente inferiore a 2 gradi Celsius, limitandolo se possibile a 1,5 gradi. In questo caso si è imposta una minoranza. Il Consiglio federale e la maggioranza della commissione difendevano infatti un aumento inferiore a 2 gradi.

Agli Stati (16.15 - 20.00) la seduta sarà per buona parte dedicata all'esame in seconda lettura del preventivo 2019 della Confederazione. Come per ogni sessione invernale, i due rami del Parlamento devono discutere del budget della Confederazione. Oggi toccherà alla Camera dei cantoni pronunciarsi la seconda volta sul tema, mentre il Nazionale si è già espresso sulle divergenze la settimana scorsa.

Al termine dei dibattiti alla Camera del popolo, le spese sono aumentate di 36,7 milioni di franchi rispetto al progetto governativo, attestandosi a 72,332 miliardi per un'eccedenza di 1,224 miliardi. Parecchie decisioni sono però state prese di misura. In prima lettura la commissione preparatoria degli Stati ha accresciuto il budget di 102,7 milioni di franchi rispetto alla versione del Governo per un eccedenza di 1,158 miliardi. Sia il disegno governativo che gli aumenti proposti rispettano le esigenze del freno alle spese.