(ats) Campione d'Italia zona franca come Livigno? È questo uno dei quesiti posti da un'interpellanza che la Deputazione ticinese alle Camere federali inoltrerà al Consiglio federale in seguito alla decisione del Parlamento europeo di inserire l'enclave, in gravi difficoltà finanziarie, nell'unione doganale europea.

L'unione doganale dovrebbe diventare effettiva a inizio gennaio 2019, ha ricordato oggi davanti ai media il presidente della Deputazione, Marco Romano (PPD), e "vorremmo sapere quali conseguenze avrà tale decisione a livello fiscale e pratico per gli abitanti, che pagano la cassa malattia in Svizzera e circolano con targhe ticinesi, e sulla vicina città di Lugano, specie dal profilo economico in quest'ultimo caso".

Per Romano, che passerà il testimone l'anno prossimo al consigliere nazionale Marco Chiesa (UDC), si dovrà capire anche se a Campione verrà eretta una dogana e se non vi è la possibilità che questo territorio diventi zona franca come Livigno (località esente dal pagamento dell'Iva italiana, n.d.r.), con le ripercussioni economiche del caso su Lugano.

Oltre alla questione di Campione, diverse decisioni prese durante questa sessione avranno un impatto sul Cantone a Sud delle Alpi. Il consigliere nazionale di Mendrisio ha citato l'aumento dei mezzi destinati al Dipartimento delle finanze per creare 44 nuovi posti per le Guardie di confine, di cui una classe ticinese, e rafforzare quindi la presenza al confine con l'Italia, e i maggiori mezzi destinati alla ricerca, di cui beneficeranno senz'altro le istituzioni accademiche ticinesi.

A proposto di sicurezza, Roberta Pantani (Lega) ha ribadito la propria delusione per la risposta negativa del Consiglio federale alla sua richiesta di ripristinare la chiusura dei valichi secondari in Ticino, specie alla luce di quanto accaduto di recente nel Mendrisiotto con i furti "esplosivi" a danno di alcuni bancomat. Secondo Lorenzo Quadri (Lega), sembra che il Governo consideri la "buona collaborazione in ambito fiscale con l'Italia più importante delle esigenze del territorio ticinese".

In merito all'annosa questione dell'accordo fiscale con l'Italia sui frontalieri, per Quadri la questione è ormai "morta e sepolta per Roma, benché l'attuale situazione privilegi fiscalmente gli italiani che lavorano in Svizzera, rispetto ai loro concittadini attivi in Italia". È probabile che dietro all'immobilismo di Roma si nascondano motivi elettoralistici, ha sostenuto il deputato leghista.

Anche per quanto attiene alla possibilità che operatori finanziari elvetici, e in particolar modo ticinesi, possano accedere al mercato della Penisola, non si registrano novità. Per Giovanni Merlini (PLR), anche alla luce delle trattative sull'accordo istituzionale tra Berna e Bruxelles, il Consiglio federale non sembra voler insistere su questo aspetto.

A suo avviso, il mondo finanziario non è unito su questo dossier: gli assicuratori temono la concorrenza estera mentre le banche private guardano al mercato italiano con favore. Secondo Merlini, il Consiglio federale "si è nascosto dietro questa assenza d'unità per non fare nulla".

Tra le note positive segnalate da Romano, figura ancora l'elezione di Marina Carobbio (PS) alla presidenza del Consiglio nazionale e il fatto che finora abbia usato la lingua di Dante, senza mai sgarrare, per dirigere i dibattiti. "Si tratta senz'altro di un aspetto positivo per noi italofoni, che dà maggiore visibilità alla nostra lingua", ha affermato Romano. Il vademecum distribuito all'inizio della sessione ai non italofoni per seguire i dibattiti sta andando a ruba: viene richiesto anche da semplici cittadini che vogliono darsi un'infarinatura di italiano.

Altra novità: per la prima volta sono disponibili i paragrammi, ossia i documenti per seguire l'iter legislativo di una legge, anche in italiano, oltre che in francese e in tedesco. L'esperimento riguarda al momento solo quattro temi, ma in futuro la traduzione dovrebbe estendersi a un maggior numero di oggetti.