(ats) I Cantoni non disporranno di una libertà assoluta nel scegliere il proprio diritto elettorale. Oggi, durante le votazioni finali, il Consiglio nazionale ha bocciato - con 103 voti contro 90 e 3 astenuti - una modifica della Costituzione federale scaturita da due iniziative cantonali di Zugo e Uri.

L'opposizione è venuta dalla sinistra e dalla maggioranza del PLR. Se il Parlamento approva questo progetto, ci sarà una votazione in ogni caso visto che si tratta di una modifica costituzionale. Bisognerà allora dare delle spiegazioni alla popolazione e dubito che ci si potrà riuscire con successo, ha affermato il capo del gruppo socialista Roger Nordmann (VD).

Favorevoli al progetto erano in particolare UDC e PPD. "La popolazione dei piccoli cantoni poco popolosi potrà così scegliere il sistema di voto che preferisce mantenendo così la propria sovranità", ha replicato, invano, il presidente del PPD Gerhard Pfister (ZG).

All'origine delle due iniziative cantonali vi sono alcune decisioni del Tribunale federale (TF) che hanno fatto arricciare più di un naso. Nell'ottobre 2016, i supremi giudici avevano accolto un ricorso contro il sistema di elezione del parlamento urano criticando soprattutto il quorum del 10% - giudicato troppo elevato - in quei comuni dove si votava secondo il sistema proporzionale.

Nel luglio 2013, il TF aveva annullato una disposizione costituzionale di Zugo relativa al sistema proporzionale di elezione del parlamento cantonale giudicandola contraria alla libertà di voto e di elezione garantita dalla Costituzione. Il TF aveva, in particolare, contestato il diverso peso che hanno i singoli voti nei piccoli circondari elettorali.

Questa giurisprudenza aveva aveva condotto l'Assemblea federale a rifiutarsi di concedere la garanzia federale alla Costituzione svittese a causa del sistema per l'elezione del Parlamento.

Dalle decisioni del TF sono nate le due iniziative cantonali che chiedono di riformulare in modo più preciso l'articolo 34 della Costituzione in modo da riaffermare le autonomie cantonali. Secondo la modifica costituzionale ora bocciata, il Tribunale federale non avrebbe più potuto intervenire per stabilire i requisiti relativi alle dimensioni dei circondari elettorali.