Questa disposizione, proposta dal "senatore" Raphaël Comte (PLR/NE) tramite una iniziativa parlamentare, si sarebbe applicata all'elezione dei consiglieri federali e dei membri dei tribunali della Confederazione. Nel testo da lui presentato non figurava comunque alcuna restrizione alla libertà del Parlamento e nessun obbligo di voto.
Secondo la maggioranza dei consiglieri nazionali, tuttavia, l'elezione di due nuove consigliere federali avvenuta lo scorso dicembre ha dimostrato che nelle sue decisioni l'Assemblea federale tiene già conto del criterio dell'equa rappresentanza dei generi nelle autorità federali, ha spiegato Michaël Buffat (UDC/VD) a nome della commissione. A suo avviso tocca ai partiti fare la loro parte in questo campo.
La minoranza ha invano sostenuto la necessità di completare la Costituzione per tenere conto, oltre alla rappresentanza delle diverse regioni e componenti linguistiche del Paese, anche di un'equa rappresentanza dei generi. E ciò tanto più che la proposta lascerebbe ancora un margine di manovra all'Assemblea federale per ponderare adeguatamente i criteri in base alla situazione.