Attualmente gli interessi di mora ammontano al 3% per l'imposta federale diretta, al 4% per l'imposta sul valore aggiunto e al 5% per le tasse di bollo, l'imposta sul tabacco e sulla birra, l'imposta preventiva e l'imposta sugli autoveicoli. Una differenza difficile da capire secondo Jauslin.
Nella sua mozione l'argoviese chiedeva che i tassi - di mora ma anche rimunerativo - venissero fissati prendendo in considerazione le condizioni del mercato. Per il deputato PLR, tenendo conto del fatto che attualmente gli investimenti sui conti bancari e postali non fruttano quasi più interessi, una PMI verrebbe doppiamente punita se a causa del contesto economico difficile avesse difficoltà a pagare puntualmente le imposte.
In questo caso il tasso d'interesse di mora richiesto nella mozione sarebbe però sensibilmente al di sotto del 5%, aveva fatto notare il governo. Ciò significa che i debitori morosi pagherebbero i crediti fiscali pendenti per ultimo, ossia dopo quelli a cui si applicano tassi d'interesse più elevati. Per evitare questa penalizzazione sistematica del fisco, gli Stati avevano stralciato questo punto dalla mozione. E oggi anche il Nazionale si è detto d'accordo.