Con questo testo - sottoscritto da una ventina di colleghi sia di destra che di sinistra - il consigliere agli Stati grigionese vuole garantire la perennità degli investimenti nella pianificazione e il coordinamento degli impianti di importanza nazionale (CISIN). A tale proposito, per la realizzazione di queste strutture il Parlamento ha concesso un importo totale di 170 milioni di franchi a circa 30 federazioni sportive.
Senza un sostegno della Confederazione per la copertura dei costi di esercizio, molti responsabili non saranno più grado di far fronte a queste spese. Se infatti fissano tariffe troppo elevate per gli utenti, rischiano di vedere le federazioni sportive nazionali scegliere altre sedi per allenarsi, se non addirittura andare all'estero.
La mozione è formulata in modo molto aperto e non precisa l'entità del sostegno finanziario, ha rilevato Engler. A suo avviso, i contributi della Confederazione potrebbero essere stimati in una forchetta fra il 5% e il 10% dei costi di costruzione computabili ai fini delle sovvenzioni, ovvero circa 20 milioni di franchi. L'idea non è di sovvenzionare ogni impianto sportivo, ma di proteggere gli investimenti.
Modificare la legge
Taluni punti della mozione non sono chiari e necessiteranno forse di altre modifiche legislative, ha obiettato Olivier Français (PLR/VD). La sua proposta di rinviare il testo in commissione è tuttavia stata bocciata con 23 voti contro 14 e 1 astenuto.
Anche il Consiglio federale ha combattuto invano la mozione. Pur riconoscendo che il futuro di un'installazione sportiva è difficile da garantire, la ministra dello sport Viola Amherd ha dichiarato che la Confederazione non intende intervenire. Le sovvenzioni per strutture di importanza nazionale sono concepite per incoraggiare i promotori a realizzare un progetto.
Simili aiuti sono concessi solo se il funzionamento a lungo termine è garantito finanziariamente e se almeno una federazione sportiva nazionale si impegna ad utilizzare l'impianto. Per l'esecutivo non vi è quindi ragione per modificare lo status quo.
A suo avviso, la mozione rischia di spingere tutti i gestori degli impianti a chiedere un aiuto federale. Ma la maggioranza della Camera dei cantoni non l'ha seguita. Il testo passa ora al Nazionale.