La mozione del "senatore" Stefan Engler (PPD/GR) era stata adottata dal plenum lo scorso giugno contro il parere del Consiglio federale: essa mira a semplificare l'IVA percepita sui pacchetti di prestazioni offerti ai visitatori.
Stando al diritto in vigore, infatti, una combinazione di prestazioni o di prodotti che formano un pacchetto, ossia un tutto, può essere proposto a un prelievo IVA ridotto (2,5% o 3,7%), se almeno il 70% dell'offerta combinata è composta da prestazioni imposte a tasso ridotto.
Con la sua mozione, Engler propone di ridurre questa percentuale portandola al 55%, dal momento che nella prassi il valore del 30% viene rapidamente superato (ad es. viaggi in treno, pernottamenti in albergo, skipass, trattamenti benessere, visite di eventi culturali).
In questi casi, il pacchetto di prestazioni non può godere dei benefici di un'aliquota IVA ridotta. Di conseguenza, il pacchetto è meno interessante sia per il venditore sia per il cliente, in quanto diventa più complicato e costoso. Tuttavia, i clienti richiedono volentieri tali forfait giacché offrono una maggiore varietà.
Come detto, il Consiglio nazionale ha dato seguito all'atto parlamentare del "senatore" grigione, precisando però che il tasso preferenziale IVA andrebbe applicato solo a pacchetti che prevedono prestazioni in Svizzera.
Secondo il Consiglio federale, contrario alla mozione, la soluzione proposta da Engler avrebbe conseguenze negative per tutte quelle aziende che non possono proporre prestazioni nel quadro di un forfait. Ad approfittarne sarebbe soprattutto il settore alberghiero, mentre le casse federali si vedrebbero private di qualche decina di milioni di franchi.
La pensione completa in un albergo potrebbe essere imposta a un tasso ridotto, mentre tutte le altre aziende attive nella ristorazione che non offrono pernottamenti per la notte dovrebbero fatturare i pasti a tariffa piena.