Nel caso del Ticino i salari minimi, elaborata in applicazione all'iniziativa popolare "Salviamo il lavoro in Ticino!" approvata il 14 giugno 2015, non sono ancora entrati in vigore. Oltre al cantone a sud delle Alpi, anche Giura e Neuchâtel hanno adottato il salario minimo, e forse altri Cantoni potrebbero seguire l'esempio.
L'esito positivo della mozione non era scontato: la commissione preparatoria raccomandava infatti per ragioni giuridiche e pratiche di respingere la mozione, così come proposto tra l'altro dal Consiglio federale per bocca del ministro dell'economia Guy Parmelin.
Col suo atto parlamentare, il "senatore" ticinese chiede di completare la Legge federale sui lavoratori distaccati (LDist), prevedendo anche il rispetto dei salari minimi adottati a livello cantonale, e ciò per evitare una concorrenza sleale da parte degli operai esteri rispetto ai lavoratori locali.
Nel suo intervento, il ministro dell'economia Guy Parmelin ha ricordato una sentenza del Tribunale federale secondo cui, diversamente dalle misure collaterali in vigore a livello nazionale, l'introduzione di salari minimi da parte dei Cantoni serve a lottare contro la povertà: non si tratta quindi di una misura legata al mercato del lavoro. Solo in questo modo, ha aggiunto il ministro dell'economia, il salario minimo è conforme al principio di libertà economica sancito dalla Costituzione e dal diritto federale.
L'inserimento nella LDist di una disposizione relativa ai minimi salariali, ha poi spiegato l'esponente UDC in governo, sarebbe inoltre in contraddizione con il campo d'applicazione delle leggi cantonali. Il Consiglio federale non ha la competenza per estendere a livello nazionale una legge cantonale.
Secondo Parmelin, inoltre, il salario minimo garantisce un minimo vitale ed è in alcuni casi inferiore al salario usuale applicato in un determinato settore economico sprovvisto di Contratto collettivo di lavoro. "Vi è il rischio, insomma, che le aziende estere decidano di applicare il salario minimo, inferiore a quello usuale, facendo concorrenza proprio alle aziende locali e ai loro collaboratori che si vorrebbero invece proteggere", ha spiegato il ministro democentrista.
Creare fiducia nel popolo
A nome di una minoranza, Dominique de Buman (PPD/FR) ha rimproverato al ministro dell'economia di fare dell'accademismo, e di non tenere conto dei problemi di molti cantoni di frontiera alle prese con forti pressioni sui salari, pressioni che d'altronde non risparmiano nemmeno il suo Cantone, tant'è che diverse associazioni professionali lo hanno esortato a colmare una lacuna nella legge sui distaccati, così come chiede la mozione, perché sottoposti a una forte concorrenza dall'estero, per non parlare del lavoro nero.
Ma oltre a motivi di carattere economico-sociale, vi sono anche ragioni politiche che dovrebbero spingere il plenum ad accogliere la mozione, secondo De Buman. "Non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai problemi concreti - ha sottolineato il friburghese - specie in un momento in cui è necessario guadagnarsi la fiducia della popolazione, proteggendo meglio il mercato del lavoro, in vista delle importanti decisioni che ci attendono, come l'adozione dell'accordo istituzionale con l'Ue". Senza fiducia da parte della popolazione, nessuna intesa con Bruxelles, ha messo in guardia il deputato PPD.
Al voto, la mozione è stata adottata grazie al sostegno della sinistra e del PPD: contrari UDC e PLR, con diverse defezioni.