(ats) Occorre introdurre una aliquota uniforme per gli accrediti di vecchiaia allo scopo di non più penalizzare i lavoratori anziani. Lo chiede una mozione del gruppo PBD approvata oggi dal Consiglio nazionale con 165 voti e 12 astenuti. Gli Stati devono ancora esprimersi.

Oggi i lavoratori di età superiore a 50 anni sono svantaggiati sul mercato del lavoro. Ciò è dovuto al progressivo aumento degli accrediti di vecchiaia - assunti per metà dai datori di lavoro e per metà dai salariati - che li rendono sempre più costosi rispetto ai giovani, ha affermato Duri Campell (PBD/GR). Introducendo una aliquota unica si allevierebbe la generazione più anziana garantendo nel contempo l'equità intergenerazionale, ha aggiunto.

Questa proposta graverebbe in modo eccessivo sulle giovani generazioni, ha replicato il consigliere federale Alain Berset. Il Parlamento aveva del resto scartato questa opzione nel discutere la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020, ha ricordato. Il ministro dell'interno ha poi, invano, invitato ad attendere la fine dei colloqui attualmente in corso tra le parti in vista di una riforma del Secondo pilastro.

Attualmente i lavoratori ultra 55enni versano un accredito vecchiaia pari al 18% della paga assicurata (chiamato anche "salario coordinato" che va - per il 2019 - da 24'885 a 85'320 franchi al massimo). L'aliquota è minore per i più giovani: 7% per la fascia 25-34 anni, 10% per chi ha tra 35 e 44 anni e 15% per 45-54enni.