L'atto parlamentare della consigliera nazionale Pantani, inoltrato nel 2014 e accolto dal Parlamento, aveva spinto il Consiglio federale a chiudere, quale test pilota, tre valichi di frontiera ticinesi da inizio aprile 2017 a fine settembre dello stesso anno.
Nel 2017, il governo di Roma aveva convocato l'ambasciatore svizzero nella città eterna, Giancarlo Kessler, per chiarimenti e ciò benché l'Italia fosse stata informata già l'anno prima dell'intenzione del Consiglio federale di sperimentare lo sbarramento dei valichi di Novazzano-Marcetto, Pedrinate e Ponte Cremenaga dalle 23.00 alle 05.00.
Lo scorso dicembre, sollecitato dalla stessa Pantani visto l'acuirsi della situazione sul fronte della criminalità nel Mendrisiotto, con rapine ai bancomat durante la notte, proprio nelle vicinanze di valichi secondari, il Consiglio federale aveva risposto picche per bocca di Ueli Maurer a una nuova chiusura.
Al posto di questa misura, Maurer aveva sottolineato di voler dotare i posti di confine di barriere, barriere che possono essere abbassate in caso di necessità, ad esempio quando la polizia organizza una ricerca.
Tale scelta, aveva dichiarato il consigliere federale, si basa sul fatto che gli sbarramenti notturni hanno avuto un debole impatto sul tasso di criminalità transfrontaliera. Inoltre, i posti di frontiera sono stati dotati di telecamere per la sorveglianza dei conducenti al momento del loro passaggio.
All'origine di questa decisione dell'esecutivo vi sono anche ragioni politiche. Da colloqui con l'Italia è infatti emerso che una chiusura notturna dei confini potrebbe ripercuotersi negativamente sulla buona collaborazione nell'ambito della sicurezza dei confini e della migrazione.
Parte di queste argomentazioni sono state ripetute oggi in aula sia dal cancelliere della Confederazione, Walter Thurnherr, che dal "senatore" Josef Dittli (PLR/UR) a nome della Commissione della politica di sicurezza degli Stati. Entrambi hanno sostenuto che il problema criminalità in Ticino non sarebbe così acuto.
Lombardi, il problema non è risolto
Argomentazioni che non hanno però convinto Filippo Lombardi, il quale ha dichiarato che il problema "non è affatto risolto", vista la recrudescenza dei colpi messi a segno negli ultimi mesi a danno di bancomat ubicati a Sud del Ticino (Coldrerio, Arzo e Stabio) vicino al confine.
Per il ticinese - che ha rammentato la mozione del granconsigliere PPD Giorgio Fonio "Il Mendrisiotto non è un Bancomat" firmata anche da Maurizio Agustoni e Luca Pagani - , un'eventuale chiusura dei valichi non va vista come un atto ostile nei confronti dell'Italia, anche perché il testo di Pantani chiede che un simile provvedimento venga adottato in collaborazione con le autorità della Penisola.
Il deputato PPD ha anche fatto notare che le autorità italiane prendono decisioni simili senza farsi troppi problemi, come accade col valico secondario di Maslianico durante le ore notturne.