Per quanto riguarda la concessione di un secondo contributo di coesione all'Ue - pari a 1,3 miliardi di franchi diluiti su dieci anni - i due rami del Parlamento hanno già approvato il principio del versamento. La Camera del popolo ha però raddoppiato, rispetto agli Stati, i mezzi destinati a quei Paesi, come la Grecia o l'Italia, alle prese con una forte pressione migratoria.
Stando ai piani del Consiglio federale, la maggior parte dell'importo va versata a Paesi dell'Europa dell'Est quali Polonia e Romania, seguite da Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria e Bulgaria. 190 milioni verrebbero attribuiti (380 per il Nazionale) all'integrazione dei migranti nella società e nel mondo del lavoro, e anche per rispondere a situazioni di urgenza, come ad esempio un forte afflusso di profughi. La commissione preparatoria propone al plenum di mantenere questa divergenza.
Per quel che concerne l'accordo quadro, la Camera dei cantoni discuterà di alcuni interventi parlamentari in materia, tra cui quello della sua Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) che chiede al governo di condurre negoziati complementari con Bruxelles.
Il testo della mozione cita esplicitamente tre ambiti: protezione dei salari, direttiva sui diritti dei cittadini dell'Ue e aiuti statali. Da notare che venerdì scorso lo stesso Consiglio federale ha inviato una lettera al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, per chiedere chiarimenti proprio su questi tre punti e, proprio ieri, Juncker si è detto pronto alla discussione.
Il Nazionale (08.00-12.00) si occuperà da parte sua, a livello di divergenze, della revisione della legge sugli appalti pubblici. Previsto pure un dibattito sulle raccomandazioni del Forum globale sulla trasparenza e sullo scambio di informazioni a fini fiscali. Punto centrale della riforma: l'abolizione felle azioni al portatore che andrebbero sostitute da titoli nominativi.