- Trattati Internazionali: deciso che la denuncia e la modifica di importanti trattati internazionali deve essere approvata dal Parlamento o, nel caso di referendum, dal popolo. Il Consiglio federale non deve avere la competenza esclusiva. È quanto prevede il progetto di legge che, dopo gli Stati, è stato accolto - con 179 voti a favore e 1 astenuto - anche dalla Camera del popolo. Il dossier è quindi pronto per le votazioni finali;
- Per Imprese Responsabili: nuovamente approvato - con 109 voti voti favorevoli, 69 contrari e 7 astenuti - il controprogetto indiretto all'iniziativa popolare "Per imprese responsabili". La controproposta torna agli Stati che in marzo l'avevano bocciata;
- Ergastolo: approvato, con 112 voti contro 62, un postulato dell'ex consigliera nazionale Natalie Rickli (UDC/ZH), e ripreso da Pirmin Schwander (UDC/SZ), che chiede di rivedere la definizione di pena detentiva "a vita". Schwander propone, ad esempio, di dare ai giudici facoltà di escludere la liberazione condizionale per un periodo superiore agli attuali 10-15 anni;
- Cittadinanza: bocciato, con 114 voti contro 62, una mozione di Lorenzo Quadri (Lega/TI) che chiedeva la revoca della cittadinanza svizzera ai cittadini naturalizzati che si macchiano dei crimini più gravi, in particolare quelli contro la vita e l'integrità della persona. Non bisogna fare una differenza tra cittadini svizzeri di nascita e naturalizzati altrimenti si violerebbe il principio di uguaglianza giuridica garantita dalla Costituzione, ha replicato la consigliera federale Karin Keller-Keller Sutter ricordando che la Segreteria di Stato della migrazione può già ritirare la cittadinanza alle persone la cui condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera;
- Pedofili: approvato, con 86 voti contro 68 e 21 astenuti, una mozione di Fabio Regazzi (PPD/TI) che chiede di ritirare il passaporto ai cittadini svizzeri condannati per pedofilia. Gli Stati devono ancora esprimersi;
- Autodenuncia: bocciato, con 118 voti contro 51, una iniziativa parlamentare di Margret Kiener Nellen (PS/BE) che chiedeva di abrogare, nel diritto fiscale, le norme relative all'autodenuncia esente da pena. Per la maggioranza l'autodenuncia conserva la sua pertinenza per chi detiene conti esclusivamente in Svizzera. Questo strumento ha inoltre consentito di recuperare un ingente substrato fiscale che altrimenti sarebbe rimasto sottratto all'imposta;
- Aiuto Sociale: bocciato, con 112 voti contro 60, una iniziativa parlamentare di Erich Hess (UDC/BE) che chiedeva di ritirare automaticamente il permesso di dimora o di domicilio agli stranieri cui sono state versate prestazioni dell'aiuto sociale superiori a una determinata soglia. Oltre a criticare l'automatismo proposto, la maggioranza ritiene opportuno attendere la pubblicazione di un rapporto in materia che il Consiglio federale è stato incaricato di redigere dal Consiglio degli Stati;
- Burnout: bocciato una iniziativa parlamentare di Mathias Reynard (PS/VS) che chiedeva di riconoscere la sindrome da esaurimento professionale (burnout) come malattia professionale. Ricordando che è difficile dimostrare un nesso causale tra attività professionale e burnout, la maggioranza ha rammentato che non è stata finora sviluppata una chiara definizione di tale sindrome né nella ricerca né nella pratica;
- Espulsione: bocciato, con 105 voti contro 64 e 2 astenuti, una iniziativa parlamentare di Gregor Rutz (UDC/ZH) che chiedeva l'abolizione della cosiddetta clausola relativa ai casi di rigore presente nella legge d'applicazione dell'iniziativa popolare sull'espulsione degli stranieri che commettono reati. La maggioranza della popolazione ha espresso un chiaro segnale di consenso nei confronti della clausola relativa ai casi di rigore e del principio della proporzionalità nel bocciare il 28 febbraio 2016 l'iniziativa "per l'attuazione", ha sostenuto Valérie Piller Carrard (PS/FR) a nome della commissione.
Ordine del giorno di domani, venerdì 14 giugno (08.00-13.00):
- Revisione totale della legge federale sulla protezione della popolazione e sulla protezione civile;
- interruzione dei lavori parlamentari tra le 11.00 e le 11.15 in occasione sciopero delle donne;
- Rete nazionale di dati sicura (credito d'impegno);
- interventi parlamentari di competenza del DDPS.