(ats) La Confederazione dovrebbe assumersi, per una durata limitata, parte dei costi dei Cantoni per il controllo dell'obbligo di annunciare i posti vacanti. Lo ha deciso oggi all'unanimità il Consiglio degli Stati, approvando un progetto in tal senso del Consiglio federale volto a istituire le necessarie basi legali. Il dossier va al Nazionale.

L'obbligo di annunciare i posti vacanti nelle categorie professionali in cui il tasso di disoccupati ha raggiunto un determinato valore soglia è in vigore dal primo luglio 2018. Si tratta di una misura adottata dopo l'approvazione dell'iniziativa popolare "contro l'immigrazione di massa".

L'attuazione e i relativi controlli sono di competenza cantonale, ha ricordato a nome della commissione preparatoria Pascale Bruderer Wyss (PS/AG).

Lo scorso ottobre il Consiglio federale ha accolto una richiesta dei Cantoni decidendo di assumersi parte dei costi dei controlli, ha aggiunto la "senatrice" argoviese. Secondo Bruderer, trattandosi di uno strumento creato dall'Assemblea federale per regolare indirettamente l'immigrazione, è sensato che la Confederazione partecipi all'attuazione.

Considerato però l'ammontare modesto dei contributi federali previsti (la metà dei costi totali stimati in 900 mila franchi e 1,2 milioni), ci si è chiesti se tale partecipazione sia davvero necessaria. A ciò si aggiunge che l'evoluzione dei costi effettivi è ancora assai incerta. Per questo motivo, ha spiegato la Bruderer, la commissione ha deciso di limitare le basi legali alla fine del 2023, affinché si possa poi procedere a una valutazione e a una nuova analisi della situazione.

Dal canto suo, il consigliere federale Guy Parmelin ha precisato che la Confederazione rispetterà in ogni caso l'autonomia dei Cantoni nell'organizzare la sorveglianza nello spirito di sussidiarietà che caratterizza il federalismo.