(ats) Le sedi di produzione della SSR SRG devono essere stabilite per legge affinché venga garantita una produzione di programmi decentralizzata. È quanto ritiene il Consiglio nazionale che - con 120 voti contro 54 e 10 astensioni e dopo un'accesa discussione - ha dato seguito a cinque iniziative parlamentari al riguardo.

La maggioranza della Camera del popolo ha deplorato la decisione della SSR di trasferire una parte delle redazioni radiofoniche della SRF da Berna a Zurigo e la mancanza di sensibilità federale e regionale a livello di procedura e di comunicazione mostrata dai vertici dell'ente radiotelevisivo. Sebbene sia stato sottolineato che la cronaca politica federale e regionale continuerà a essere prodotta nella Capitale, cinque rappresentanti dei maggiori partiti politici nazionali hanno depositato cinque iniziative contro tali trasferimenti.

Secondo Gerhard Pfister (PPD/ZG), Regula Rytz (Verdi/BE), Martin Landolt (PBD/GL), Beat Jans (PS/BS) e Albert Rösti (UDC/BE), che hanno inoltrato gli atti parlamentari intitolati "Diversità invece di concentrazione. Garantire una produzione di programmi decentralizzata da parte della SSR", la pluralità mediatica e il confronto delle opinioni possono essere mantenuti solo con una separazione geografica delle redazioni e la politica della SSR SRG deve pertanto definire orientamenti concreti al riguardo.

Dal canto suo Martin Candinas (PPD/GR), pur essendo uno strenuo sostenitore del federalismo, ha tentato invano - a nome della commissione - di convincere il plenum che non sia necessario intervenire. Anche l'altro relatore commissionale Lorenzo Quadri (Lega/TI) ha mostrato cifre alla mano che - nonostante la decisione di trasferire dei posti da una sede all'altra - la SSR non sta centralizzando la sua produzione a Zurigo. Accettare le cinque iniziative, significherebbe un'ingerenza eccessiva nelle decisioni aziendali, ha aggiunto il leghista ticinese.

Ma, come detto, la maggioranza del plenum ha deciso diversamente.