Stando al Governo, negli ultimi anni il numero di "civilisti" è aumentato a dismisura a scapito dell'esercito. L'esecutivo propone pertanto di aumentare a 150 il numero minimo di giorni di servizio. Anche i militari che passano al servizio civile a partire dal primo corso di ripetizione dovranno effettuare più giorni.
Inoltre, ai soldati che dopo la scuola reclute chiedono di passare al servizio civile (40% delle ammissioni) verrà imposto un periodo di attesa di dodici mesi. La commissione preparatoria degli Stati, con 10 voti contro 2, raccomanda di approvare il progetto governativo.
Dopo aver sospeso i lavori per studiare un raggruppamento con la protezione civile, come chiesto dai Cantoni, la Commissione della politica di sicurezza degli Stati ha ritenuto che ora sia urgente intervenire per limitare le ammissioni.
Ha adottato sette delle otto misure preconizzate dal Consiglio federale. Propone al plenum di non abolire la possibilità concessa ai "civilisti" di continuare ad essere impiegati all'estero, come vorrebbe invece il Consiglio federale.
Con la regolamentazione attuale i "civilisti" fanno una volta e mezzo il numero di giorni di servizio militare. Il progetto governativo prevede che tale regola si applichi in futuro anche i sotto-ufficiali e gli ufficiali.
Stando alla riforma, i medici non potrebbero più svolgere il servizio civile nei posti di medici. Inoltre, le ammissioni non sarebbero di principio più possibili per i militari che hanno effettuato tutti i loro giorni di servizio. I termini per effettuare il servizio civile sarebbero infine raccorciati e il ritmo dei periodi di servizio intensificati.
Le ammissioni al servizio civile sono passate da 4670 nel 2011 a 6785 nel 2017. Nel 2018 sono però scese dell'8,5% a 6205. Per il Consiglio federale, tale numero è ancora troppo elevato.
Dopo essere entrati in materia, con 29 voti contro 10 e 3 astenuti, i "senatori" hanno cominciato l'esame di dettaglio della riforma.