(ats) Sono in pieno svolgimento i dibatti al Consiglio nazionale sull'iniziativa popolare dell'UDC volta a limitare l'immigrazione, di fatto un invito a disdire l'accordo sulla libera circolazione.

Il tempo concesso (fino alle 21.45) per esaminare il dossier non dovrebbe bastare: complice le elezioni federali di ottobre, si sono annunciati ben 80 oratori.

Il voto sull'iniziativa dovrebbe tenersi mercoledì della prossima settimana. Ad ogni modo, il risultato dovrebbe essere negativo per l'UDC: i democentristi sono infatti gli unici che sostengono l'iniziativa, mentre tutti gli altri partiti sono contrari, come anche il Consiglio federale.

Gli argomenti per un "no" ricalcano quelli espressi per le precedenti iniziative democentriste sullo stesso tema, in particolare quella contro l'immigrazione di massa del 2014: un sì metterebbe a rischio l'economia e gli impieghi in Svizzera. L'intero pacchetto degli accordi bilaterali I rischia infatti di "cadere", in virtù della clausola ghigliottina che li unisce.

L'udc crede che l'immigrazione sia troppo elevata e che la Confederazione debba poterla di nuovo regolamentare in maniera autonoma. Per i promotori, la "preferenza indigena light" è un costrutto burocratico inefficace, che non rispetta la volontà popolare; l'annuncio prioritario delle offerte di lavoro ai disoccupati iscritti in Svizzera non applica inoltre l'iniziativa accettata in votazione cinque anni fa.

L'iniziativa, depositata il 31 agosto 2018 con 116'139 firme valide, chiede che la Svizzera regoli in maniera autonoma l'immigrazione degli stranieri. Impedisce inoltre ogni nuovo trattato di obbligo internazionale per la libera circolazione.

Se il testo venisse accettato da popolo e Cantoni, le autorità avrebbero un anno per negoziare la fine dell'accordo con Bruxelles. Se non si dovesse trovare una soluzione, il Consiglio federale dovrebbe uscire dall'intesa nel mese successivo.