Senz'altro più avvincente il programma al Consiglio degli Stati, che incomincerà i lavori alle 15.15 con le divergenze riguardanti i servizi di identificazione elettronica. In seguito, il plenum affronterà uno dei temi "caldi" di questa sessione, ovvero la revisione totale della legge sul CO2 dopo il 2020.
Sulla bocca di tutti
"Tema" scottante per eccellenza, tenuto conto dell'attenzione mediatica sul tema del riscaldamento climatico, di cui la giovane attivista Greta Thunberg è diventata la bandiera a livello internazionale, tanto che ad ottobre, in occasione delle elezioni federali, molti pronosticano un'avanzata nel parlamento federale dei partiti ecologisti o più sensibili a questo problema.
Un'ondata "verde" che non ha lasciato indifferente neanche i partiti meno sensibili a questa tematica, come si evince dalle deliberazioni della commissione preparatoria degli Stati che ha esaminato il progetto del Consiglio federale, spingendosi anche più in là di quanto previsto.
Lo scorso dicembre, detto per inciso, il Consiglio nazionale aveva bocciato la revisione per 90 voti a 60 e 43 astenuti: piuttosto che votare una revisione annacquata durante i dibattiti il campo rosso-verde, assieme ad esponenti del PPD e del PBD, ha preferito affossarla. Tenuto conto dell'attenzione mediatica attuale e delle incipienti elezioni, ciò non dovrebbe accadere agli Stati.
Stando al programma, la seduta odierna è "open end", ma non si andrà avanti ad oltranza. I "senatori" saranno congedati dopo il voto sull'entrata in materia. Quando? Difficile arrischiare un pronostico, forse entro le 21.00: cinque ore di dibattito dovrebbero bastare. L'esame particolareggiato è previsto per mercoledì 25 settembre.
Benzina e biglietti aerei più cari
In base al progetto governativo, e nel rispetto degli impegni internazionali assunti dalla Confederazione, la Svizzera dovrebbe ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 50% entro il 2030 (rispetto al 2006).
Gli importatori di carburanti devono già compensare parte delle loro emissioni del CO2. Con la riforma si potrà arrivare fino al 90%. La commissione chiede di aumentare la quota da compensare in Svizzera, portandola dal 15 al 20%. Vuole però limitare la tassa per gli automobilisti, fissando un tetto di 10 centesimi al litro e di 12 a partire del 2025. In situazioni straordinarie, il Consiglio federale potrebbe inoltre abbassare questo limite.
La riforma dovrebbe sfociare in una tassa sui biglietti aerei, compresa fra i 30 e i 120 franchi, tranne per i viaggiatori in transito. A tale riguardo, il Consiglio nazionale ha approvato il 19 settembre una mozione in tal senso.
Fra le proposte figura anche l'istituzione di un fondo per il clima, alimentato dai ricavi dalla vendita all'asta dei diritti di emissione, dalle sanzioni relative soprattutto ai veicoli da un terzo delle entrate della tassa sul CO2 e poco meno della metà di quelle sui biglietti aerei.
Contrariamente all'esecutivo, la commissione vuole anche introdurre direttive anche per quanto riguarda i veicoli pesanti, conformandosi in questo modo a una futura regolamentazione europea. La commissione intende poi chiamare in causa il settore finanziario, incaricando la FINMA e la Banca nazionale di misurare periodicamente i rischi finanziari legati al cambiamento climatico.
Edifici, giro di vite su emissioni
Sempre secondo la commissione preparatoria, dal 2023, in caso di sostituzione dell'impianto di riscaldamento, i vecchi edifici potranno emettere al massimo 20 chilogrammi di CO2 all'anno per metro quadrato di superficie di riferimento energetica. Il valore limite fissato dalla commissione verrebbe inasprito ogni cinque anni.
Il Consiglio federale, nel suo progetto, propone invece un disciplinamento sussidiario. Due minoranze proporranno una versione edulcorata, che non contempli alcun obbligo e tempi più lunghi.
La Commissione propone poi di aumentare la quota della Confederazione circa i contributi globali versati ai Cantoni per finanziare le misure nel settore degli edifici.