Il parlamentare ticinese chiedeva in particolare al Governo "se riconosce la necessità di una rinuncia della Posta a valutare o progettare chiusure di uffici postali, almeno finché non saranno attuate le richieste dell'iniziativa giurassiana".
Stando a quest'ultima, in futuro la Commissione federale della posta (PostCom) dovrebbe avere l'ultima parola in caso di chiusura di uffici postali e la popolazione dovrebbe potersi opporre mediante una raccolta di firme.
Per Simonetta Sommaruga, La Posta ha il mandato legale di garantire in tutto il Paese una rete capillare di uffici e agenzie postali. Deve inoltre finanziare con i propri mezzi l'infrastruttura necessaria al servizio universale. In tale contesto, il gigante giallo può decidere di chiudere o trasformare un ufficio postale e ciò rientra nella sua libertà imprenditoriale.
Attualmente, ad ogni chiusura o trasformazione di un ufficio postale, La Posta informa le autorità comunali in maniera puramente formale, senza peraltro tener conto del loro parere, deplora il canton Giura nel testo dell'iniziativa. Inoltre, il parere di PostCom non è vincolante visto che può solo emettere raccomandazioni.
Per questo motivo il Giura vuole che PostCom pronunci una decisione formale impugnabile e non una semplice raccomandazione. I cittadini devono peraltro potersi opporre alla chiusura di un ufficio postale con una raccolta di firme pari al numero di quelle necessarie per una iniziativa comunale.
Sommaruga ha inoltre spiegato a Merlini come, dal primo gennaio 2019, le esigenze concernenti l'accessibilità delle prestazioni del servizio universale contenute nell'ordinanza sulle poste siano già state rese più severe.