(ats) Il Consiglio degli Stati è entrato tacitamente in materia sulla revisione della legge sul CO2. Il suo scopo è raggiungere gli obiettivi stabiliti nell'Accordo di Parigi sul clima, ossia ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 50% entro il 2030 (rispetto al 2006).

Se al voto nessun "senatore" si è "opposto", alcuni hanno espresso dubbi, come Roland Eberle (UDC/TG) che ha ricordato come le emissioni della Svizzera sono meno dell'1 per mille di quelle mondiali.

"Anche la Svizzera deve fare la sua parte", ha replicato Pascale Bruderer (PS/AG) ricordando come il progetto in discussione rappresenti per lo schieramento rosso-verde soltanto il minimo accettabile. "Non possiamo certo salvare il clima da soli, ma come possiamo chiedere a una nazione povera di proteggere il clima se non lo facciamo noi che siamo un Paese ricco?", si è chiesto Werner Luginbühl (PBD/BE).

La camera ha ora iniziato le discussioni di dettaglio. Tra le proposte che faranno maggiormente discutere v'è una tassa sui biglietti aerei compresa fra i 30 e i 120 franchi (tranne per i viaggiatori in transito).

La commissione chiede anche di aumentare la quota di emissioni di CO2 che gli importatori di carburanti devono compensare in Svizzera, portandola dal 15 al 20%. Vuole però limitare la tassa per gli automobilisti, fissando un tetto di 10 centesimi al litro e di 12 a partire dal 2025. In situazioni straordinarie, il Consiglio federale potrebbe inoltre abbassare questo limite.

Durante il dibattito di entrata in materia, l'UDC ha già lasciato intendere che si opporrà a questi nuovi balzelli. La sua opposizione non dovrebbe però bastare, come non dovrebbe riuscire la sinistra a inserire nel disegno di legge misure ancora più incisive (va comunque detto che le proposte della commissione si spingono già oltre rispetto a quelle del Consiglio federale, ndr).

Le discussioni su tutte queste (e altre) proposte non potranno terminare oggi. Continueranno mercoledì.