(ats) È in corso al Consiglio nazionale il - lungo - dibattito sulla nuova legge riguardante la protezione dei dati. Malgrado in commissione la riforma sia stata accettata solo grazie al voto decisivo del presidente, la Camera è - tacitamente - entrata in materia e ha respinto - con 120 voti contro 66 - una proposta di rinvio.

Chiedendo il rispedire l'oggetto al Consiglio federale - che sarebbe stato incaricato di alleggerirlo per alleviare l'onere che pesa sulle imprese - Jean-Luc Addor (UDC/VS) ha ricordato come il disegno di legge superi le 250 pagine. "Un mostro burocratico", l'ha definito.

Inizialmente anche la sinistra aveva depositato una proposta di rinvio (in commissione). Oltre alla compatibilità europea, lo schieramento rosso-verde chiedeva di non indebolire il livello di protezione dei dati rispetto alla legge in vigore. Tale proposta è poi stata ritirata, ciò non significa però che PS e Verdi approveranno il progetto al termine della discussione di dettaglio. C'è poi anche il rischio di referendum, ha ricordato Cédric Wermuth (PS/AG).

Per Plr e PPD la legge è invece necessaria e urgente. La legislazione attuale risale al 1992, ossia prima dell'apparizione di internet, ha ricordato la relatrice commissionale Valérie Piller Carrard (PS/FR). Introducendo standard elevati di protezione riconosciuti a livello internazionale si potrà mantenere e rafforzare la competitività della Svizzera, ha aggiunto la friburghese.

La revisione mira ad adeguare la legislazione svizzera agli standard europei. In futuro, inoltre, l'Incaricato della protezione dei dati e della trasparenza ("Mister dati") dovrebbe essere nominato direttamente dall'Assemblea federale, in modo da garantire una maggiore indipendenza. Attualmente è previsto che questo compito spetti al Governo, con approvazione da parte delle Camere.

Per quanto riguarda le informazioni degne di particolare protezione, la commissione propone di togliere dalla lista quelle concernenti le misure d'assistenza sociale. Ritiene infatti che sapere se una persona beneficia di tali prestazioni può rispondere a un interesse pubblico, oppure essere importante per partner contrattuali e fornitori. "No" anche ai dati sulle attività sindacali, "sì" a quelli genetici.