Nel corso del dibattito, i "senatori" hanno deciso che i contadini dovrebbero essere meglio indennizzati in caso di perdita di terreni agricoli.
Il diritto attuale prevede già che, in caso di espropriazione, debba essere corrisposta una piena indennità. La commissione preparatoria si era però opposta a larga maggioranza ad una rivalutazione giudicata contraria allo spirito della legge. "No" quindi a una norma ad hoc per gli agricoltori che avrebbe fatto lievitare i prezzi del mercato.
Tuttavia, con 23 voti contro 20, i "senatori" non hanno seguito la questa raccomandazione. Grazie anche al sostegno di qualche esponente PLR, PPD e Verdi hanno sostenuto che la compensazione per la perdita di terreni agricoli non dovrebbe basarsi sul loro valore d'uso, bensì sul valore aggiunto che tali superfici rappresentano per l'espropriante.
Alla fine l'aula si è decisa per un compromesso: l'indennità dovrà corrispondere a tre volte il prezzo massimo determinante. Si tratta di un compromesso col Nazionale, che ha stabilito di raddoppiare tale somma, ha detto in aula Beat Rieder (PPD/VS). L'indennità odierna è troppo bassa per spingere alla conservazione dei terreni coltivabili, ha spiegato.
Il prezzo in pianura varia tra i 6 e i 12 franchi al metro quadro, ha sottolineato Peter Hegglin (PPD/ZG). La Confederazione non deve approfittarne, in vista della realizzazione di suoi progetti, per mettere le mani su terreni agricoli a prezzi stracciati.
Secondo la consigliera federale Simonetta Sommaruga, tale rivalutazione dei terreni è incostituzionale. Il diritto ad un'indennità non può andare oltre i danni causati e i valori forniti sono arbitrari. Inoltre, la soluzione proposta avrà un impatto sui progetti della Confederazione, ma non su quelli dei Cantoni. Come spiegare una simile differenza agli agricoltori?
Una revisione totale della LEspr era stata preconizzata dal Parlamento, affinché in futuro i proprietari di terreni espropriati ricevessero indennità commisurate al valore di mercato. Tale richiesta di modifica era contenuta in due mozioni, depositate dai consiglieri nazionali Fabio Regazzi (PPD/TI) e Markus Ritter (PPD/SG) approvate seppur in una versione meno vincolante dalle Camere federali.
In particolare, il popolare democratico sangallese si lamentava del fatto che, per gli espropri di terreni agricoli, venissero versate indennità troppo basse. A suo dire, ciò spingerebbe a un utilizzo sconsiderato di queste superfici.
Un'indennità conforme al valore di mercato, secondo Ritter, favorirebbe invece un uso più parsimonioso del suolo. Per il consigliere nazionale e presidente dell'Unione svizzera dei contadini, inoltre, le infrastrutture importanti per l'approvvigionamento di base non ne verrebbero ostacolate.