(ats) Il Consiglio degli Stati non vuole esercitare pressioni sul Consiglio federale affinché rafforzi la sua strategia di politica estera nei confronti della Cina. Con 25 voti a 14, i "senatori" hanno affossato oggi una mozione di Fabian Molina (PS/ZH), che il Nazionale aveva accolto tacitamente nel marzo scorso.

La mozione chiedeva al Governo di definire una strategia di politica estera coerente per le sue relazioni con la Cina e di intensificare la collaborazione tra i vari dipartimenti federali. La Svizzera ha firmato una moltitudine di accordi con il gigante asiatico sia a livello federale, che cantonale, così come a livello di città o del settore privato, ma senza alcun coordinamento, ha spiegato Christian Levrat (PS/FR) a nome della commissione.

Ma i suoi colleghi sono stati di tutt'altro avviso: i dipartimenti collaborano già strettamente e aspettano il rapporto sulla strategia di politica estera del Consiglio federale. Tale mozione è superflua, ha spiegato Hannes Germann (UDC/SH). Accettarla significherebbe focalizzarsi su un solo Paese, mentre questo lavoro deve essere realizzato per tutti i Paesi, ha aggiunto Olivier Français (PLR/VD). Il Consiglio degli Stati non dovrebbe accontentarsi della promessa di un futuro rapporto, ha rilevato invano Levrat.

Relazioni Cina-Svizzera intensificate

Il Consiglio federale raccomandava di sostenere il testo. Affronterà tale questione nel suo nuovo rapporto sulla politica estera 2023, ha affermato il ministro degli esteri Ignazio Cassis. Tale rapporto non studierà soltanto i rapporti con la Cina, ma anche con tutti i partner della Svizzera, ha precisato Cassis.

Il consigliere federale ticinese ha tuttavia respinto le conclusioni dell'autore della mozione, secondo le quali manca un coordinamento tra i vari dipartimenti. Da una decina d'anni esiste una strategia nei confronti della Cina. Cassis si è comunque detto disposto ad attualizzare simile strategia, visto che le relazioni tra Berna e Pechino si sono ancora intensificate.

Dal 2017, le due capitali sono in trattative in vista di un'eventuale cooperazione nell'ambito della "nuova via della seta".