In una risposta scritta all'atto parlamentare democentrista, l'esecutivo indica di "prendere molto sul serio le preoccupazioni delle autorità locali e della popolazione. La situazione relativa alla sicurezza in Svizzera e, in particolare, nelle regioni di confine viene costantemente analizzata".
Stando al Consiglio federale, la lotta contro la criminalità transfrontaliera è una priorità. Le autorità cantonali e federali competenti (polizie cantonali, Amministrazione federale delle dogane, fedpol) collaborano strettamente. La Svizzera ha inoltre concluso accordi con tutti gli Stati limitrofi, che disciplinano la collaborazione in materia di polizia e che hanno soprattutto come scopo di contrastare tali reati violenti.
Secondo il Governo, la cooperazione nell'ambito di tali accordi si è rivelata molto efficiente. I Centri di cooperazione di polizia e doganale di Ginevra e Chiasso forniscono il loro sostegno nell'ambito dello scambio internazionale di informazioni con Francia e Italia. Per tutti questi motivi l'esecutivo "non ritiene necessaria la reintroduzione di controlli sistematici al confine". Eventuali misure volte alla chiusura automatica dei valichi di confine richiedono un esame più approfondito, scrive ancora il Consiglio federale.
Il gruppo UDC chiedeva al Consiglio federale se fosse disposto a ordinare controlli alla frontiera temporanei al fine di garantire la sicurezza interna e l'ordine pubblico come previsto dagli accordi di Schengen, o a mettere in atto misure supplementari.
Mercoledì la questione sarà al centro di un dibattito di attualità, visto che l'ufficio del Nazionale ha deciso di concedere l'urgenza all'interpellanza dell'UDC sulla criminalità transfrontaliera. L'atto parlamentare democentrista è stato firmato da 80 parlamentari. Tra questi vi sono diversi esponenti anche del PLR e del PPD. Tra i Ticinesi che hanno sottoscritto il testo figurano Rocco Cattaneo (PLR), Piero Marchesi (UDC), Fabio Regazzi (PPD), Lorenzo Quadri (Lega/UDC). Tra i firmatari anche Anna Giacometti (PLR/GR).