La legge sulle misure coercitive a scopo assistenziale e i collocamenti extrafamiliari prima del 1981 (LMCCE) prevede il versamento di una indennità fino a 25 mila franchi a titolo di riparazione. Secondo le disposizioni in vigore, in caso di diritto alle PC tale contributo non viene calcolato quale reddito, però va ad aumentare la sostanza.
Risultato: ad alcuni beneficiari è stata ridotta la prestazione complementare, come ha ricordato il relatore commissionale Benjamin Roduit (PPD/VS). "Non ha senso che parte di quello che lo Stato dà con una mano viene ripreso dall'altra", ha aggiunto il vallesano.
In futuro, quindi, nel calcolo delle prestazioni complementari all'AVS e all'AI si rinuncerà al computo del contributo di solidarietà quale parte della sostanza e dei proventi da esso generati quale reddito. Le riduzioni delle PC avvenute in passato saranno inoltre revocate e gli interessati rimborsati.
In base alle conoscenze attuali, delle circa 9 mila persone che hanno inoltrato una domanda di risarcimento circa 830 ricevono prestazioni complementari. Soltanto una parte si è vista tuttavia ridurre le PC. Per il momento sono 20 le persone che si sono annunciate. Si stima che i rimborsi ammonteranno al massimo a circa 600 mila franchi, ha precisato Roduit.
L'entrata in vigore è prevista per il primo maggio 2020. A quel momento gli interessati verranno contattati per il rimborso delle PC, ha spiegato il consigliere federale Alain Berset.