Il dossier va in votazione finale, dal momento che il Nazionale aveva già approvato il progetto governativo nel dicembre scorso nonostante l'opposizione della sinistra, preoccupata per la protezione dei dati delle persone inserite nelle varie banche dati Schengen.
Tale protezione, secondo i "senatori", è assicurata e non è necessario inserire nella legge ulteriori paletti. Oggi agli Stati, nessun esponente della sinistra ha preso la parola.
La cosiddetta interoperabilità collega tra di loro i sistemi di informazione dell'Unione europea in modo da consentire alle autorità di controllo delle frontiere, migratorie e di perseguimento penale di accedere ai sistemi rilevanti tramite un unico portale di ricerca.
Tale collegamento, secondo la consigliera federale Karin Keller-Sutter, dovrebbe consentire di rendere i controlli più efficienti, di agevolare l'attività delle autorità di sicurezza nonché di migliorare la sicurezza nello Spazio Schengen, e quindi anche in Svizzera.
La ministra di giustizia e polizia ha ricordato in aula gli attentati terroristici degli ultimi anni, anche quelli recenti in Svizzera, per esempio a Lugano, o a Vienna, con quest'ultimo che ha visto coinvolti simpatizzanti islamisti residenti nella Confederazione. Il collegamento delle varie banche dati, ha sottolineato, dovrebbe consentire di scovare quelle persone che annunciano alle autorità varie identità per poter poi mettere a punto attacchi terroristici.
Gli Stati, come il Nazionale, hanno voluto anche integrare in questo progetto il Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS), che non era stato inserito nel messaggio sull'interoperabilità per una questione di tempistiche.