Nell'ambito della tradizionale "Ora delle domande" odierna, Marchesi, pur definendo apprezzabile la pratica del telelavoro, si è posto il problema della tassazione dei frontalieri in tempi di home office. Il deputato ha pertanto chiesto all'esecutivo quali fossero i rischi per l'erario ticinese in tal senso.
Secondo il governo, il problema è già stato regolato con l'accordo del giugno 2020, stipulato dalle rispettive autorità competenti. Esso varrà fino al termine della pandemia di Covid-19: poi si applicheranno nuovamente le normali regole. Di conseguenza, il redditto guadagnato da un frontaliere lavorando da casa sarà tassato nel Paese di residenza, in questo caso l'Italia.
Tuttavia, ciò significherebbe che l'interessato non si possa più qualificare come frontaliere ai sensi dell'accordo attualmente in vigore. Tra le altre cose, ciò implica che l'Italia debba successivamente eliminare la doppia imposizione accreditando le tasse pagate in Svizzera.