(ats) Anche i cosiddetti piccoli costruttori e quelli di nicchia, una lista che comprende venti case automobilistiche fra cui ad esempio Subaru e Suzuki, devono sottostare agli stessi obiettivi di emissione di anidride carbonica dei veicoli delle altre marche. Ne è convinto il Consiglio nazionale, che oggi ha accolto per 123 voti a 54 una mozione del "senatore" Damian Müller (PLR/LU).

L'atto parlamentare, che chiede al governo di modificare l'ordinanza sul CO2, aveva già ricevuto l'okay degli Stati lo scorso settembre. Anche il Consiglio federale suggeriva di approvare la mozione.

Essa chiede che ai veicoli dei piccoli costruttori e di nicchia, le cui emissioni medie di CO2 per chilometro sono maggiori, si applichino gli stessi obiettivi di riduzione degli altri. Allo stato attuale, i marchi che rientrano in questa categoria sono venti. Oltre a Subaru, Suzuki e Land Rover, ne fanno parte per esempio Ferrari, Lamborghini, Maserati, Jaguar, Chevrolet e Aston Martin.

La richiesta, motiva il promotore, si giustifica anche con il fatto che, dall'entrata in vigore della normativa nel 2012, l'obiettivo di 130 g CO2/km non è stato ancora raggiunto. Allo stesso tempo, sempre più importatori devono pagare sanzioni.

Per i veicoli in questione, nell'Unione europea - dove del resto la quota dei piccoli costruttori e di nicchia è inferiore a quella in Svizzera (nella Confederazione il 5-8% di tutte le automobili conteggiate rientrano in questa categoria) - l'opzione di esenzione per questi produttori terminerà dopo il 2028. L'abolizione degli obiettivi speciali svizzeri semplificherebbe quindi il rapporto con la normativa UE.