Il plenum ha ribadito di voler aiutare contadini e locatari (in particolare di superfici commerciali), concedendo loro maggior tempo per pagare gli affitti se in difficoltà a causa della pandemia. Le disdette sarebbero nulle se pronunciate durante la chiusura di un'attività commerciale e sei mesi dopo la riapertura.
Circa le manifestazioni e altri eventi, il Nazionale intende anche concedere alla Confederazione la possibilità di sostenere i costi non coperti per quei soggetti che dovranno rinviare manifestazioni o altri eventi previsti tra giugno 2021 e aprile 2022 a causa della misure restrittive. La Camera del popolo ha però rinunciato a fissare una somma fissa, nel caso concreto 350 milioni di franchi nel 2021, nella speranza che gli Stati accolgano questa aggiunta al progetto governativo.
Per quanto attiene ai "casi di rigore", ossia quelle aziende in difficoltà a causa della pandemia, la camera ha deciso che rientrano in questa categoria le ditte che hanno subito una perdita di ricavi pari al 30% delle media pluriennale. Una minoranza e il governo voleva rimanere al diritto attuale, ossia il 40%.
Il Nazionale ha tuttavia fatto un passo verso gli Stati, escludendo dagli aiuti le nuove imprese fondate dopo il mese di ottobre 2020. In un primo momento aveva ritenuto tutte le società. "No" tuttavia a rimborsi di aiuti per le società con un fatturato annuo superiore ai 5 milioni (gli Stati non sono d'accordo su questo punto).
Il Nazionale ha ribadito la possibilità di sostenere con indennità a fondo perso (30% al massimo per fatturato medio 2018 e 2019) le imprese che hanno dovuto chiudere su ordine delle autorità oppure hanno registrato un forte calo dell'attività, lasciando però al governo l'onere di decidere le somme massime a seconda del fatturato.
In merito agli aiuti destinati ai club sportivi professionistici e semi professionistici, il plenum ha ribadito di voler rimanere al diritto attuale, facendo però un passo verso gli Stati per quanto attiene all'obbligo di tagliare i salari per le società che hanno ottenuto denaro a fondo perso. Insomma, su questo aspetto si delinea un compromesso.
In merito agli indipendenti che hanno dovuto interrompere l'attività a causa del Covid, il Nazionale ha ribadito che una perdita del 20% del guadagno è sufficiente per poter ottenere un sostegno pubblico, invece del 40% come previsto dall'esecutivo e dagli Stati.