Da alcuni giorni i contagi hanno ripreso a crescere, analogamente a quanto si registra in diversi Paesi limitrofi. La situazione epidemiologica resta "molto fragile" e a tutt'oggi non è chiaro come evolverà. In una nota il Consiglio federale non usa mezzi termini: "La Svizzera si trova probabilmente sulla soglia di una terza ondata epidemica".
Le origini di questa evoluzione non sono conosciute. Le varianti hanno probabilmente avuto un ruolo, l'impatto delle riaperture consentite dal 1° marzo è invece ignoto, ha spiegato il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampa.
"Non sappiamo come sarà questa terza ondata", ha aggiunto il ministro della sanità. "Sarà più forte se moltiplichiamo i contatti in seguito alle riaperture, lo sarà meno se saremo estremamente prudenti anche nei comportamenti individuali". Berset ha poi ricordato i gesti barriera, citandoli due volte per sottolinearne l'importanza: "Distanza, distanza, mascherina, mascherina, igiene delle mani, igiene delle mani".
Berset non ha poi nascosto che quello attuale "non è il periodo ottimale per delle riaperture", che sarebbero previste dal 22 marzo. È però possibile "immaginare" quali settori potrebbero essere riavviati "restando molto attenti nei nostri comportamenti individuali e collettivi".
I prossimi giorni serviranno a fare chiarezza sull'andamento della pandemia. Come noto, per prendere la sua decisione, il governo si baserà anche su una serie di indicatori: attualmente, ha affermato Berset, tre su quattro superano i valori limite stabiliti (tasso di positività, tasso di riproduzione Re e l'incidenza della malattia, l'occupazione dei reparti di terapia intensiva con pazienti Covid-19 è invece al di sotto del valore soglia).
"Questi criteri sono importanti ma non sono obbligatori né cumulativi, servono al Consiglio federale per avere tutti i dati precisi che possono aiutarlo a prendere una decisione", ha poi precisato il consigliere federale Guy Parmelin. "Non si tratta di una scienza esatta", ha aggiunto.
Non ci sono automatismi, ha confermato Berset. Occorrerà osservare l'evoluzione della situazione epidemiologica che resta incerta, ha aggiunto Parmelin, che ha citato il crescente numero delle persone vaccinate come criterio da prendere in considerazione, così come l'aumento del numero dei test.
Insomma, una riapertura il 22 marzo è possibile anche se i dati epidemiologici dovessero ancora salire moderatamente nella prossima settimana. Un cambio di strategia era del resto già stato fatto qualche settimana fa: il 1° marzo per la prima volta sono stati effettuati allentamenti malgrado dati in aumento.
Nell'attesa di una decisione, il Consiglio federale ha inviato in consultazione ai Cantoni le sue proposte per la seconda fase di riapertura, sulle quali si esprimerà definitivamente il 19 di marzo. Queste contemplano il riavvio delle manifestazioni con pubblico, gli incontri in casa con al massimo dieci persone nonché attività culturali e sportive in gruppo, mentre i ristoranti potrebbero aprire agli avventori le rispettive terrazze.
Eventi e riunioni private
Più in dettaglio, l'esecutivo propone di limitare a 150 il numero massimo di partecipanti per gli eventi all'aperto (come partite di calcio o concerti open air) e a 50 per quelli al chiuso (ad esempio in cinema, teatri e sale da concerto). Gli allentamenti dovranno essere accompagnati dalla limitazione a un terzo al massimo della capienza dei locali. Rimane l'obbligo di mantenere la distanza e della mascherina. Rimangono anche vietate le consumazioni e sconsigliati gli intervalli durante gli spettacoli.
Nella seconda fase di riapertura è previsto di rendere nuovamente possibili - oltre agli eventi privati e alle attività sportive e culturali già consentiti - anche altre manifestazioni con non più di 15 persone, quali le visite guidate nei musei, le riunioni dei membri di associazioni o altri eventi nel settore ricreativo e del tempo libero.
Per quel che concerne gli incontri privati al chiuso, il limite dovrebbe venir innalzato dalle attuali 5 a 10 persone. Per gli incontri privati all'aperto continuerà a vigere l'attuale limitazione a 15 persone.
Bar e ristoranti: solo terrazze
Tra gli allentamenti possibili vi è inoltre la riapertura delle terrazze di bar e ristoranti. Ai tavoli, ai quali ci si dovrà obbligatoriamente sedere, si potrà essere al massimo in quattro e bisognerà indossare la mascherina finché non arrivano le consumazioni. Le discoteche e i locali da ballo dovranno invece rimanere chiusi.
Il sostegno finanziario alle strutture della ristorazione, indennità in caso di lavoro ridotto e aiuti per i cosiddetti "casi di rigore", continua a essere garantito a prescindere da un'eventuale apertura delle terrazze, ha garantito Parmelin.
Il Consiglio federale propone poi la riapertura integrale dei giardini zoologici e botanici: nei locali al chiuso dovrà però sempre essere indossata la mascherina e mantenuta la distanza necessaria. Gli spazi interni degli impianti wellness e delle piscine pubbliche dovranno invece restare chiusi.
Sport e cultura
L'esecutivo propone poi di allentare le disposizioni per le attività sportive e culturali anche per gli adulti nel settore amatoriale, per le singole persone e per i gruppi con fino a 15 persone. Per il loro svolgimento all'aperto occorrerà indossare la mascherina o mantenere la distanza necessaria di 1,5 metri, mentre al chiuso sarà generalmente obbligatorio sia portare la mascherina che rispettare il distanziamento.
Sono tuttavia previste deroghe per attività che non possono essere praticate indossando la mascherina, ad esempio gli allenamenti di resistenza in palestra o il canto in coro. Prima di svolgere queste attività è raccomandato sottoporsi a un test. Continuerà a non essere permesso praticare al chiuso sport con contatto fisico.
Formazione e "home office"
Per quel che concerne la formazione, il governo propone di consentire nuovamente l'insegnamento presenziale anche al di fuori della scuola dell'obbligo se non vi prenderanno parte più di 15 persone. Dovrà inoltre essere prevista una limitazione a un terzo al massimo della capienza delle aule. Resta l'obbligo della mascherina e del distanziamento.
Sulla questione telelavoro, il Consiglio federale non ha preso decisioni. L'obbligo dell'"home working" continua ad essere in vigore, ha precisato Parmelin.
Anziani e quarantena
Per i residenti delle case per anziani e di cura che si sono fatti vaccinare è invece prevista la revoca dell'obbligo della mascherina. Abolito anche l'obbligo di quarantena per i dipendenti delle imprese che fanno testare almeno una volta alla settimana l'80% del proprio organico. Lo stesso dicasi per le persone vaccinate, che non dovranno più mettersi in quarantena se hanno avuto un contatto stretto con una persona risultata positiva.
Nella sua seduta odierna, l'esecutivo ha poi deciso in via definitiva di accollarsi i costi per i test rapidi, compresi quelli per gli asintomatici. Non appena saranno disponibili tamponi fai da te affidabili, ogni persona potrà ritirarne cinque al mese.
Il Consiglio federale ha infine approvato la modifica d'ordinanza che consente di accoppiare le app per cellulari svizzera (SwissCovid) e tedesca (Corona-Warn-App). Attualmente i frontalieri germanici devono installare sul loro telefono cellulare entrambe le applicazioni ma possono attivarne solo una alla volta.