(ats) L'età pensionabile per le donne va aumentata a 65 anni. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati discutendo della cosiddetta riforma AVS 21. I dibattiti sono ancora in corso.

I cambiamenti a livello demografico, come l'invecchiamento della popolazione e il calo della natalità, stanno mettendo a dura prova i conti dell'AVS, ha affermato Erich Ettlin (Centro/OW) a nome della commissione. Dal 2014, ha precisato, le entrate non riescono a coprire le uscite.

Grazie alla Riforma fiscale e il finanziamento dell'AVS (RFFA), approvata in votazione nel 2019, il fondo AVS beneficia di 2 miliardi di franchi supplementari all'anno. Ma ciò non è sufficiente: per garantire il finanziamento del Primo pilastro fino al 2030 è necessario trovare 26 miliardi di franchi, ha affermato Ettlin. L'obvaldese ha ricordato come l'ultima riforma del Primo pilastro andata a buon fine risalga ormai al 1997.

Donne in pensione a 65 anni

Il principio di trovare finanziamenti aggiuntivi per consolidare l'AVS, in particolare il previsto aumento dell'IVA, non è stato contestato. Grosse divergenze sono però emerge sull'opportunità di aumentare a 65 anni l'età pensionabile per le donne (misura che permetterà di sgravare l'AVS di 1,4 miliardi di franchi nel 2030).

La sinistra si è scagliata contro questa eventualità: le donne continuano a essere discriminate a livello salariale e le rendite continuano ad essere inferiori a quelle degli uomini, ha sottolineato Marina Carobbio (PS/TI). Insomma, la riforma prevede risparmi insostenibili sulle spalle delle donne. "Pensate veramente - ha detto la ticinese rivolgendosi ai colleghi borghesi - che una riforma così squilibrata potrà essere accettata dalla popolazione?".

L'età pensionabile a 64 anni per le donne non è scolpita nel marmo, ha affermato da parte sua Paul Rechsteiner (PS/SG). Per il sangallese se ne potrebbe discutere solo se ci fosse una compensazione adeguata, ciò che non è il caso attualmente.

"Le donne non sono discriminate nell'AVS", ha replicato Damian Müller (PLR/LU). In media, ha precisato, ricevono una rendita quattro anni più a lungo degli uomini. Con questa riforma, "nessuno avrà una pensione più bassa", ha aggiunto Pirmin Bischof (Centro/SO). Una donna che lavora fino a 65 anni, ha aggiunto, riceverà una rendita AVS di 102 franchi superiore.

Non si possono semplicemente accumulare debiti che peseranno sulle generazioni future, ha poi detto Hannes Germann (UDC/SH). L'età pensionabile a 65 anni è in realtà troppo bassa, ma è comunque "un passo pragmatico", ha aggiunto lo sciaffusano.

"La differenza salariale tra uomini e donne che ancora sussiste mi dà fastidio", ha affermato da parte sua Brigitte Häberli-Koller (Centro/TG). Cionondimeno, "noi donne dobbiamo essere pronte a migliorare la nostra indipendenza finanziaria e quindi anche a provvedere meglio alla nostra previdenza". Il progetto oggi in discussione va in questa direzione, ha sostenuto la centrista.

Quando l'AVS è stata introdotta nel 1948, l'età pensionabile per entrambi i sessi era di 65 anni, solo più tardi fu abbassata per le donne a 63 anni e poi di nuovo a 62, ha ricordato Ettlin. Nel 1997 è stata innalzata a 64 e ora si chiede di riportarla a 65, ha spiegato il relatore commissionale. Con 30 voti contro 12 e 2 astenuti, i "senatori" hanno approvato tale aumento.

I "senatori" stanno ora discutendo delle misure compensatorie e di quelle destinate alla generazione transitoria. In seguito dovrà esprimersi in merito al finanziamento della riforma AVS 21. Il Consiglio federale prevede l'incremento di 0,7 punti percentuali dell'IVA.