(ats) Le farmacie dovrebbero essere autorizzate ad eseguire test sierologici che permettono di identificare le persone che hanno contratto la COVID-19. Lo chiede una mozione adottata oggi dal Consiglio nazionale all'unanimità, al termine del dibattito d'attualità sulla pandemia e i provvedimenti per far fronte alla crisi.

Secondo l'autore della mozione, Olivier Feller (PLR/VD), dopo i test diagnostici per individuare la presenza del coronavirus, i test sierologici volti a rivelare anticorpi nel sangue, dovrebbero permettere di identificare le persone che sono state infettate, anche senza aver sviluppato i sintomi della malattia.

I test sierologici potrebbero permettere di stimare meglio la percentuale di persone che ha già contratto la malattia e di chiarire i casi inspiegati in cui vi è il sospetto d'infezione non rivelata dai test diagnostici.

Si potrebbero inoltre ottenere, a detta del deputato vodese, indicazioni sulle possibilità di completo ristabilimento dei pazienti, di studiare la loro immunità al virus e anche di valutare meglio l'effetto dei trattamenti somministrati.

Se le farmacie fossero autorizzate a effettuare test sierologici potrebbero fornire un valido contributo contro la diffusione del coronavirus.

Il Consiglio federale, tuttavia, non ritiene necessario aumentare l'offerta dei test nelle farmacie. Secondo lo stato attuale delle conoscenze non è noto infatti se la presenza di anticorpi rappresenti una protezione contro il virus. Inoltre, soprattutto i test rapidi che permettono di ottenere un risultato immediato, spesso non offrono una qualità soddisfacente.

Al momento, insomma, questi test non sono idonei per la diagnosi individuale. I test sierologici sono attualmente oggetto di ricerche per accertare in modo più preciso il loro beneficio e per elaborare raccomandazioni sul loro impiego. Quando saranno disponibili test sierologici idonei per la diagnosi individuale, i laboratori potranno garantire le necessarie quantità di test, spiega il governo.

Il voto in aula è giunto al termine del dibattito d'attualità sulla pandemia. La sinistra ha criticato l'atteggiamento egoista di big pharma, che non intende rinunciare ai brevetti per consentire anche ai paesi "poveri" di avere accesso ai vaccini.

La destra, specie l'UDC, ha criticato la strategia del Consiglio federale in merito alle riaperture, accennando alle gravi difficoltà dell'economia e, in particolare, di certi settori, come quello della gastronomia.

Per il consigliere federale Alain Berset, oggetto di un fuoco di fila di quesiti, la gestione della pandemia da parte del Governo non è poi stata così male, se confrontata con quanto accaduto nei paesi vicini. L'obiettivo è stato soprattutto di evitare il collasso del sistema sanitario, senza dover ricorrere alla selezione dei pazienti, come accaduto in Italia, specie nell'Italia del Nord, una regione reputata per il suo ottimo sistema sanitario.

In merito alle prossime riaperture, Berset ha sostenuto che la situazione è incerta e che bisogna fare il possibile per evitare una terza ondata pandemica. Molti Paesi attorno a noi stanno chiudendo di nuovo, ha messo in guardia.