Ne è convinta una maggioranza del Consiglio nazionale che oggi ha respinto (115 voti a 69 e 2 astensioni) una proposta di non entrata nel merito dell'UDC, sostenuta da diversi PLR, su un progetto governativo in tal senso. Il dibattito dettagliato sul progetto è stato spostato a un'altra sessione, non si sa ancora quale ha sottolineato il presidente della camera Andreas Aeby (UDC/BE), per mancanza di tempo.
Per i democentristi, la protezione dei minori in questi settori è una questione privata. Tocca ai genitori porre dei limiti e sorvegliare la prole, ha affermato Verena Herzog (UDC/TG), spiegando che padri e madri non vanno messi sotto tutela da una legge dello Stato. I mezzi tecnici per farlo ci sono già, ha aggiunto.
Questa legge non impedirà ai giovani di avere accesso a video o film violenti oppure contenuti sessuali espliciti. Si tratta di una "falsa sicurezza", ha sottolineato la deputata turgoviese.
La maggioranza è invece convinta che occorrano nuove disposizioni legali al fine di proteggere i minori da contenuti di film e di videogiochi inappropriati. "La maggior parte dei giovani è già stata confrontata con contenuti a rischio - droga odio, pornografia - ha affermato Mathias Reynard (PS/VS).
Purtroppo in Svizzera, ha spiegato il vallesano, la regolamentazione a protezione dei giovani in quest'ambito è confusa, specie per il consumo di video su richiesta: molto è lasciato all'autoregolamentazione del settore, per non parlare che le disposizioni, quando esistono, cambiano da Cantone a Cantone. Ci vuole insomma un minimo comune denominatore a livello nazionale, ha sottolineato il deputato vallesano.
Reynard ha insistito anche sulla necessità di adoperarsi a livello di prevenzione per ridurre il rischio di dipendenza da videogiochi, un fenomeno che viene agevolato dalla possibilità di eseguire micro transazioni. I minorenni incominciano sempre più presto a consumare contenuti sui media elettronici e dedicano sempre più ore a questo passatempo, ha sostenuto Sandra Locher Benguerel (PS/GR).
Anche per Stefania Prezioso Batou (Verdi/VD) è indispensabile una regolamentazione a livello nazionale, come chiedono 5 Cantoni che dispongono di leggi in materia, ma che deplorano questa frantumazione del diritto. Il progetto del Consiglio federale risponde a questa richiesta e a una mozione sul tema.
Dello stesso parere Simone de Montmollin (PLR/GE) che ha però criticato alcuni aspetti del disegno, da lei giudicati "complessi", che rischiano di creare problemi nell'applicazione della legge, specie da parte dei Cantoni. Per questo motivo, il PLR è diviso su questo progetto.
Simon Stadler (Centro/UR) ha sottolineato il bisogno di una regolamentazione nazionale: molti genitori sono del tutto impreparati per far fronte al problema, che va ben oltre le loro capacità. Tuttavia, il progetto non intende mettere sotto tutela padre e madri, bensì dare una risposta alle loro preoccupazioni. Ai genitori si aggiungono anche le associazioni a protezione dei giovani.
Thomas Brunner (SG) dei Verdi liberali ha insistito nel suo intervento sulla dipendenza causata dal videogiochi e da Internet in generale, e dai rischi che ciò comporta in fatto di manipolazione. I Verdi liberali auspicano tuttavia un maggior coinvolgimento del settore per determinare ciò che è pericoloso e inappropriato da ciò che non lo è.
Il progetto governativo
Il disegno del Consiglio federale, presentato nel settembre 2020, intende uniformare a livello nazionale l'età minima per guardare un film o acquistare un videogioco. Attualmente, infatti, non esistono norme federali in materia. La competenza di legiferare spetta pertanto ai Cantoni.
Per quel che concerne i film - proiezioni cinematografiche, acquisto di DVD e Blu-ray - esiste una Commissione svizzera del film e della tutela dei giovani che formula raccomandazioni in merito all'età minima. Se praticamente tutti i cantoni vi hanno aderito (solo il Ticino non lo ha fatto), soltanto i due Basilea, Neuchâtel, Vaud, Vallese e Zurigo hanno disposizioni legali in materia.
Nei videogiochi si è assistito a una autoregolamentazione a livello europeo tramite il sistema PEGI. Esso indica l'età a partire dalla quale un videogame è adeguato. Attualmente oltre il 90% dei giochi è venduto con l'etichetta PEGI. Tuttavia, anche qui sono solo i due Basilea, Neuchâtel, Vaud, Vallese e Zurigo ad aver emanato disposizioni legali.
Proteggere i giovani
Le regolamentazioni in materia di protezione dei minori per film e videogiochi sono in Svizzera molto frammentarie e eterogenee. Per i genitori non è inoltre è sempre facile, se non impossibile, sorvegliare cosa guardano i figli, considerato anche il numero di possibilità di accesso, stando all'esecutivo.
Da qui la necessità di agire a livello federale, in modo da garantire un livello di protezione analogo a quello esistente nell'Unione europea. L'obiettivo è proteggere i minorenni da rappresentazioni di cruda violenza o di natura sessuale e da altri contenuti inadeguati, che potrebbero nuocere al loro sviluppo fisico, mentale, psichico, morale o sociale.
Tuttavia, il governo non vuole in alcun modo sostituirsi alla responsabilità dei genitori. Si tratta al contrario di offrire un sostegno fissando regole chiare e uniformi.
Obblighi per il settore
Una volta la nuova legge entrata in vigore, tutti i cinema, le videoteche, i venditori al dettaglio online, i punti di vendita e i portali video in Svizzera saranno tenuti a indicare l'età minima richiesta e a effettuare controlli d'età. L'obbligo varrà anche per i fornitori di servizi di piattaforma per video e videogiochi, come YouTube e Twich.
Spetterà agli operatori del settore, in associazione con le organizzazioni per la protezione dei minori, fissare le regole per l'indicazione dell'età minima e per il suo controllo. Al Consiglio federale toccherà poi dichiararle vincolanti per tutti. Tuttavia, se due anni dopo l'entrata in vigore della nuova legge non sarà ancora stata dichiarata vincolante alcuna regolamentazione in materia, il governo potrà emanare prescrizioni per il settore in questione (film o videogiochi).
La nuova legge prevede anche obblighi per i fornitori di media audiovisivi a richiesta ("video on demand") con sede in Svizzera (come Swisscom, Sunrise e UPC, ndr). Questi, in linea con la recente direttiva dell'UE sui servizi di media audiovisivi, dovranno implementare un sistema di controllo dell'età.
I Cantoni saranno competenti per verificare, tramite test di acquisto, se le indicazioni dell'età minima sono rispettate. L'Ufficio federale delle assicurazioni sociali eserciterà la vigilanza per quel che concerne gli acquisti online. L'attuazione concreta della protezione della gioventù dai rischi dei media spetterà alle organizzazioni per la protezione dei minori. Per chi non dovesse applicare le nuove disposizioni sono previste multe fino a 40'000 franchi.