(ats) Il Governo deve elaborare una strategia globale per il reinserimento delle donne nel mondo del lavoro. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale con 117 voti a 71 e 3 astensioni, precisando che nel farlo l'Esecutivo deve tener conto delle diverse esigenze, delle circostanze personali e delle risorse finanziarie delle interessate.

Le donne presentano un grande potenziale, che va però sfruttato meglio, secondo l'autrice del postulato, Sibel Arslan (Verdi/BS). Gli ostacoli al loro reinserimento sono spesso l'educazione dei figli o le attività di cura che spesso svolgono, ma anche le premesse professionali e personali.

Secondo l'Ufficio federale di statistica (UST), le mamme in Svizzera fanno una pausa per motivi familiari della durata media di circa 5 anni e mezzo. In questo periodo le competenze acquisite perdono di valore, ha rilevato Arslan, aggiungendo che quando tornano sul mercato del lavoro, spesso hanno bisogno di corsi di reintegrazione. L'offerta non è però sufficiente per soddisfare la domanda e i corsi sono troppo costosi per la maggior parte delle interessate.

Secondo il postulato, bisogna puntare, in particolare, su colloqui di reinserimento e di analisi del potenziale, acquisizione delle competenze di base (cultura generale, formazione e formazione continua, ecc.) nonché appositi coaching per donne in cerca d'impiego. È inoltre necessaria collaborazione con i datori di lavoro. Si tratta di un pacchetto di misure che il Consiglio federale è pronto ad attuare, ha spiegato il ministro dell'economia Guy Parmelin.