Lunedì, i "senatori" avevano accettato il principio, difeso dal Nazionale, di rendere accessibili i dati sulle liberalità ricevute a partire da 15 mila franchi per le elezioni al Consiglio nazionale e di 50 mila per le campagna di votazione. Si erano però opposti ad estendere tale obbligo anche per le elezioni al Consiglio degli Stati, argomentando che per tali votazioni prevale il diritto elettorale cantonale. Spetta insomma ai Cantoni legiferare in materia.
Oggi la maggioranza della camera del popolo ha sottolineato l'incoerenza di tale posizione: non si può pretendere maggiore trasparenza per le elezioni al Consiglio nazionale, per poi negarla per quella degli Stati. Anche i "senatori", ha dichiarato Angelo Barrile (PS/ZH), una volta eletti sono membri dell'Assemblea federale.
"I rischi cui sono sottoposti i consiglieri agli Stati sono gli stessi in cui in corrono i consiglieri nazionali", ha sottolineato Ada Marra (PS/VD). Anche Marianne Binder-keller (Centro/AG) ha criticato l'atteggiamento del Consiglio degli Stati che chiede trasparenza per gli altri, ma non per sé.
Andri Silberschmidt (PLR/ZH) ha difeso la posizione della camera dei cantoni sviluppando le stesse riflessioni che hanno occupato due giorni fa i "senatori", ossia che l'elezione dei "senatori" dipende dal diritto cantonale e che spetta a quest'ultimi adottare regole sulla trasparenza. Ma al voto, la sua proposta di minoranza ha raccolto poche adesioni, soprattutto dai ranghi PLR e UDC.
Nel corso del breve dibattito, diversi oratori hanno ricordato che la legge all'esame del parlamento potrebbe indurre i promotori dell'iniziativa a ritirare il loro testo, purché soddisfi certi requisiti.
Frattanto, la Camera del popolo ha incominciato il dibattito sull'iniziativa stessa: si sono annunciati 28 oratori. Gli Stati ne hanno già raccomandata la bocciatura. Il Nazionale dovrebbe fare altrettanto oggi, col sostegno del Consiglio federale. La sinistra e i Verdi chiedono invece una raccomandazione favorevole. Il testo prevede la pubblicazione delle liberalità o doni a partire da 10 mila franchi.