(ats) La pena minima di un anno per i "pirati" della strada che commettono infrazioni gravi sarà abolita. È quanto deciso oggi dal Consiglio nazionale discutendo il progetto di armonizzazione delle pene, dossier approvato con 134 voti contro 48. Il disegno prevedeva anche lo soppressione del reato di lesa maestà, ma la camera non ha voluto rinunciarvi.

Il progetto non mira a rivedere completamente le pene, "non ha nulla di rivoluzionario", ha affermato il relatore commissionale Baptiste Hurni (PS/NE) durante il dibattito di entrata in materia. Prevede solo adeguamenti "chirurgici" in alcuni ambiti specifici e un riequilibrio del livello delle sanzioni. I valori cambiano nel tempo, alcune pene possono sembrare oggi troppo alte o troppo basse. L'obiettivo della riforma è "riflettere i valori della Svizzera del 21esimo secolo".

Il progetto prevede, ad esempio, che in caso di lesioni gravi - art. 122 CP - la pena detentiva minima raddoppi da sei mesi a un anno, ha evidenziato la ministra di giustizia Karin Keller-Sutter. Sono state modificate anche le pene per alcune aggressioni contro la polizia (Violenza o minaccia contro le autorità, art. 285 CP).

I colpevoli in futuro saranno puniti con una pena detentiva fino a tre anni o con una pena pecuniaria non inferiore a 90 aliquote giornaliere. Una minoranza avrebbe voluto restare alla soluzione attuale - pena detentiva sino a tre anni o pena pecuniaria - poiché riteneva che il problema della violenza contro le autorità non possa essere risolto inasprendo il Codice penale.

Altra novità: la pena minima di un anno di detenzione prevista dalla legge sulla circolazione stradale per gravi reati stradali ("reato di guida spericolata", articolo 90) è stata abolita. La maggioranza ha giudicato tale disposizione, introdotta nel 2012 nell'ambito del progetto "Via Sicura", sproporzionata. Ora sarà possibile anche infliggere una pena pecuniaria, ha precisato Hurni.

Una minoranza composta da esponenti democentristi avrebbe voluto sopprimere il reato di guida spericolata. La proposta è stata bocciata con 132 voti a 48 e 2 astensioni.

Il disegno di legge giunto sui banchi del Nazionale conteneva anche la proposta, già adottata dagli Stati, di stralciare dal CP gli articoli sulla lesa maestà, che puniscono con la detenzione fino a tre anni o una pena pecuniaria chiunque offenda pubblicamente un'istituzione internazionale o una sua organizzazione con sede o riunita in Svizzera nella persona di uno dei suoi rappresentanti ufficiali. Con 101 voti contro 80, la camera ha però deciso di mantenere questa disposizione.

Altra divergenza: la maggioranza dei consiglieri nazionali, con l'opposizione di UDC e l'Alleanza del Centro, non ha voluto modificare le condizioni per la concessione della condizionale che continuerà ad essere pronunciata "come regola generale" per le pene pecuniarie e quelle detentive fino a due anni. Pure respinta la richiesta di vincolare le pene sospese condizionalmente a una multa.

Durante le discussioni, l'UDC ha criticato il progetto. I democentristi avrebbero voluto rinviarlo al Consiglio federale per renderlo più incisivo. Un confronto internazionale mostra quanto siano basse le sanzioni in Svizzera, ha sostenuto Barbara Steinemann (UDC/ZH).

Anche il gruppo socialista ha criticato il dossier, ma per motivi opposti. Pone troppo l'accento sulla repressione seguendo il trend europeo, ha affermato Christian Dandrès (PS/GE) citando le "leggi di emergenza" recentemente adottate in Francia.

Da notare, infine, che il progetto inizialmente comprendeva anche un capitolo consacrato agli articoli del Codice penale che puniscono i delitti in materia sessuale. Seguendo quanto proposto dagli Stati, il Nazionale ha deciso che tali aspetti vanno esaminati separatamente in un altro disegno.

Il dossier torna ora al Consiglio degli Stati per l'esame delle divergenze.