(ats) Ci vorrà una conferenza di conciliazione per sciogliere l'ultimo nodo che separa le camere in merito al pacchetto di sostegno ai media del valore di 150 milioni di franchi. Oggi il Nazionale ha deciso di non iscrivere nella legge limiti all'offerta online della SSR (già nella concessione), ma ha ribadito che la quota parte del canone ai privati deve oscillare tra il 6 e l'8%: gli Stati vogliono l'8% almeno.

Oltre a ciò, la validità del sostegno ai giornali con riduzioni sulla spedizione va limitata a 7 anni, come stabilito dalla camera dei Cantoni, invece di 5 anni come voleva il Nazionale e dei 10 anni del Consiglio federale.

La conferenza di conciliazione dovrà quindi trovare un compromesso sulla quota parte del canone da destinarsi a radio e tivù private. Secondo la Camera del popolo, la sua versione rappresenta già un incremento considerevole rispetto alla situazione attuale che prevede una somma oscillante tra il 4 e il 6%. L'8% è decisamente troppo anche alla luce dei 150 milioni destinati al settore per sostenere i giornali nella loro transizione digitale e i media online. Agli Stati ora di fare un passo verso il Nazionale.

In particolare, la Camera del popolo ha infine deciso (121 voti a 65) di non iscrivere nella legge i limiti all'offerta online della SSR (già nella concessione), facendo storcere il naso a una minoranza che ha denunciato il rischio che l'ente pubblico faccia concorrenza ai privati in questo settore. Christian Wasserfallen (PLR/BE) - e con lui altri oratori - hanno ventilato un "no" alla legge in votazione finale e il sostegno ad un eventuale referendum.